Chi è pratico di Kenya e conosce qualche parola e modo di dire in lingua swahili, ma soprattutto conosce le abitudini del popolo keniota, non sarà sorpreso che nella nuova edizione del suo famoso dizionario inglese, il prestigioso Oxford Institute ha inserito una parola (in realtà sono due, ma il significato lo dà l’unione) swahili che ormai è di uso comune per migliaia di britannici che vivono in Est Africa e, considerando che il Kenya, come l’Uganda e la Tanzania, oltre al swahili hanno l’inglese come lingua ufficiale, certe espressioni diventano automaticamente neologismi di uso comune.
L’espressione in questione è “Kitu Kidogo”, che letteralmente significa “cosa” (kitu) “piccola” (kidogo), ma può anche voler dire “gesto insignificante” o “poca roba”.
In realtà, chi ha a che fare specialmente con le istituzioni, i dipendenti pubblici, ma anche con la vita di strada, “kitu kidogo” è la richiesta di una “mancetta”, se non un vero e proprio approccio alla corruzione spicciola. Ecco quindi che una delle caratteristiche che appartengono purtroppo a tanti kenioti e che sono radicate nei loro usi e costumi, ha giustamente il suo posto nel dizionario. Perché non c’è proprio altro modo di far capire, per quanto piccola, “quella cosa”.
Il dizionario oxfordiano però non si è fermato qui, andando a pescare, oltre al swahili, anche lo “sheng”, lo slang di Nairobi che mescola kikuyu, swahili e inglese con fantasia e musicalità. Un linguaggio, si dice, inventato negli slum per non farsi capire dalle forze dell’ordine.
Oxford ha segnalato l’espressione “Panya route”, letteralmente “percorso dei topi”, che indica una scorciatoia, una strada segreta o una via di fuga, usata specialmente dai malviventi.