Il Kenya si conferma set cinematografico internazionale, con la possibilità nei suoi incredibilmente vari paesaggi di ambientare qualsiasi genere di film, fiction e serie televisiva, oltre ai celebrati documentari sulla natura.
Negli anni questa grande possibilità di avere un’infinita scelta di location nello stesso paese, è stata corroborata dalla crescita del settore organizzativo delle produzioni cinematografiche e dell’ambiente locale delle riprese, che ha creato anche professionalità utili a reperire direttamente in loco forze lavoro sempre più specializzate.

Così anche una grossa coproduzione italo-tedesca, con coinvolgimento attivo della Rai Radiotelevisione Italiana, ha fatto campo per due mesi a Malindi e dintorni per girare una storia nata in Africa e terminata tragicamente nel Mar Mediterraneo, su uno dei tanti “barconi della morte”.
A Malindi, la regista tedesca di origine iraniana Yasemin Samdereli, ha ambientato “Samia”, film tratto dal best seller internazionale “Non dirmi che hai paura” dello scrittore italiano Giuseppe Catozzella.

Le riprese in Kenya si sono svolte dai primi di giugno a prima di ferragosto è questo ha impegnato e fatto guadagnare almeno due grandi hotel della località turistica durante la bassa stagione, occupati per gran parte dalla troupe e dalla produzione di Nairobi, più molti ristoranti ed altre attività di contorno, compresa manodopera locale, settore dei trasporti, affitti di case e terreni usati come set ed altro.
Il “Turismo cinematografico” è sicuramente una deriva specialmente per località che non hanno più l’appeal necessario per le esigenze di vacanze moderne o di massa, ed in questo Malindi deve sicuramente adeguarsi e rinnovarsi, se non vuole restare al palo. Puntare su altro tipo di viaggiatori e stranieri che non siano quelli delle vacanze organizzate o delle mete di solo divertimento e relax, non è più un vezzo ma diventa una questione di sopravvivenza. Senza contare che, per chi vedrà i film girati in Kenya e se ne appassionerà, esattamente come accaduto in passato, non sarà difficile verificare la possibilità di visitare quei luoghi, creando anche itinerari ad uopo che hanno fatto la fortuna di tante località nel mondo.

Così ben venga l’ambientazione della città vecchia di Malindi per ricostruire la Mogadiscio in cui è cresciuta la protagonista del film, Samia Yusuf Omar, promettente atleta somala che, dopo aver rappresentato il suo paese alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, ritorna a casa e viene perseguitata per aver corso senza velo. 
Da lì deciderà di voler continuare la sua carriera e fuggirà dal suo paese come migliaia di altri connazionali, attraversando il deserto e naufragando al largo delle coste italiane.

Protagonista del film, le cui riprese italiane che seguono i due mesi in Kenya sono state presentate nei giorni scorsi a Taranto, l’esordiente italiana di origine somala Ilham Osman Mohamed, ventiseienne nata a Torino da genitori originari di Mogadiscio.
Il film è coprodotto da Indyca film e le riprese in Kenya sono state organizzate dalla Blue Sky Production di Nairobi, che ha un lunghissimo curriculum di lungometraggi internazionali, con dipendenti che hanno preso parte a capolavori immortali come “La mia Africa” e “The constant gardener”.

A Malindi sono state allestite location nel quartiere arabo di Shella, sulla spiaggia di Silversand ed in altri angoli della cittadina, specialmente per ambientare la vita della giovanissima Samia a Mogadiscio. L’uscita del film è prevista per il prossimo anno, probabilmente in coincidenza con le Olimpiadi di Parigi 2024, che inizieranno il 26 luglio.

(foto tratta da Facebook)