KENYA NEWS
12-09-2024 di Freddie del Curatolo
Dopo una giornata problematica, con tanti disagi per i viaggiatori locali e stranieri all’aeroporto internazionale Jomo Kenyatta di Nairobi, a causa dello sciopero, annunciato da tempo ma non nei modi e negli orari che ci si potevano aspettare, il blocco dei voli e delle operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri nei terminal dello scalo sembrano per ora rientrati.
Il sindacato dei lavoratori dell’aviazione civile (Kawu) ha incontrato le autorità governative per avere lumi sulla situazione del presunto accordo in essere o già definito con l’azienda indiana Adani Group per la cessione della gestione dell’aeroporto per i prossimi 30 anni.
Le operazioni sono riprese gradualmente nel pomeriggio di ieri e alcuni dei passeggeri che erano rimasti fin dalla sera di martedì bloccati fuori dai terminal e costretti a bivaccare all’addiaccio senza il conforto di una minima assistenza, del tipo coperte ed acqua, con bar e negozi chiusi e nessuna informazione, sono stati imbarcati. Tra questi gli italiani che erano in partenza con voli operati da Kenya Airways (KLM e Airfrance), mentre per il gruppo di 15 persone che volano con Egypt Air, è stato necessario il trasferimento in un hotel, organizzato dalla stessa compagnia. Altri italiani in arrivo su Nairobi, dopo ore di attesa dalla mattina, sono riusciti a partire per la costa.
Durante l’incontro tra sindacati e autorità, è stata raggiunta l’intesa per una tregua, in attesa di stabilire se le richieste dei lavoratori e le assicurazioni sul loro futuro verranno affrontate nella giusta maniera.
“Abbiamo terminato lo sciopero. Nessun lavoratore deve essere molestato. Devono essere trattati bene e deve essere dato loro tutto il tempo necessario per tornare al lavoro” ha affermato il segretario generale del KAWU, Moses Ndjema, mentre dalla barricata opposta, il portavoce del governo, Isaac Mwaura, ha confermato che l'accordo tra lo Stato e Adani Group è ancora da considerarsi "una proposta".
RICHIESTE E TRATTATIVE
Sul tavolo delle trattative c’è da stabilire infatti la possibilità eventuale che il colosso indiano, che gestisce 38 aeroporti in India, possa avere completa autonomia decisionale riguardo al licenziamento degli attuali dipendenti e di rinegoziare a loro piacimento ed esigenza nuovi contratti.
Ma c’è anche un’altra battaglia che si giocherà sui banchi dei tribunali, con l’Alta Corte che ha in mano le petizioni dell’ordine nazionale degli avvocati (LSK) e di alcune organizzazioni per i diritti umani, che chiedono di considerare la solidità finanziaria di Adani, l’impatto del contratto sull’economia del Paese e chiarezza su tutto il processo di un “affaire” che porterà denaro nelle casse dello Stato che dovrebbe trasformarsi in benefici per la popolazione e allo stesso tempo migliorare le strutture aeroportuali, senza gravare sull’erario.
Intanto si spera che ogni ulteriore iter e controversia possa essere affrontata nelle sedi adeguate e non trasformarsi in un’odissea per chi sceglie in leggerezza una vacanza in Kenya. Da segnalare l'ottimo lavoro di assistenza e conforto dell'Ambasciata d'Italia, che fin dalla mattina di ieri ha contattato i connazionali, con funzionari che si sono recati sul posto e l'ufficio di Nairobi in contatto con le autorità per far presente situazione e disagi dei passeggeri di nazionalità italiana.
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