Per adesso il Kenya resta in fascia “E”, ovvero nell’elenco dei Paesi segnalati dal Ministero degli Affari Esteri italiano tra quelli dove i connazionali non possono recarsi per turismo.
L’ordinanza emessa dalla Presidenza del Consiglio domenica scorsa, 16 maggio, difatto aveva confermato l’approccio dello Stato italiano nei confronti delle entrate ed uscite verso i Paesi dell’area extra-Schengen, limitando a poche Nazioni (in Africa solo Tunisia e Ruanda) quelle in cui ci si può recare per qualsiasi motivo.
Fuori dall’Europa, dove peraltro le restrizioni sono state allentate, dall’Italia attualmente si può viaggiare per turismo nelle destinazioni “a lungo raggio”solo in Thailandia, Australia (che peraltro ha delle rigidissime regole per chi arriva) Canada, Stati Uniti, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e Singapore.
Tuttavia, come abbiamo riferito ieri, il Ministero della Salute o lo stesso Ministero degli Esteri potranno cambiare in ogni momento le liste, quindi non resta che sperare che ciò avvenga in tempi brevi.
L’altra questione riguarda gli italiani che si sono vaccinati.
Sarebbe naturale che coloro che hanno ricevuto la dose e l’eventuale richiamo e vengono dichiarati immuni dal Covid-19 possano liberamente recarsi in ogni angolo del mondo che abbia i crismi della sicurezza e della vivibilità per un turista (intendiamo, magari in questo momento non l’India e il Brasile...) e il Kenya sicuramente rientra in questa categoria, visti i numeri, la pericolosità e l’aggressività del virus e le restrizioni ancora in atto, come coprifuoco e distanziamento nei locali.
Nel nostro piccolo, come organo di informazione, di raccolta e diffusione di notizie riguardanti gli italiani in Kenya e di promozione turistica abbiamo inviato una lettera agli organi di competenza, sia italiani che keniani, affinché ciò possa avvenire in tempi rapidi, per dare la possibilità a chi essendo vaccinato, voglia prenotare una vacanza o un soggiorno prolungato da turista nel Paese africano ad agosto, possa iniziare a farlo.
Come abbiamo fatto noi, speriamo che altre associazioni, enti, rappresentanti di categoria e privati provino a fare la stessa cosa.