NATURA
14-05-2024 di Leni Frau
L’Africa non è più là, “dove osano le aquile”. Nel continente africano, i rapaci sono diminuiti del 90% negli ultimi 40 anni. Tante le cause: avvoltoi e simili sono morti avvelenati dalle tante carcasse di animali infetti per malattie o perché uccisi dai bracconieri con armi chimiche, o addirittura dai mandriani per dissuadere i leoni ad avvicinarsi. Anche la deforestazione gioca un ruolo importante, così come la proliferazione di linee elettriche in tutta l'Africa, che si rivelano fatali per gli uccelli che vi si posano sopra per cacciare le prede.
Due dei pochi luoghi in cui ancora i rapaci sono al sicuro si trovano in Kenya, sono il “Soysambu Raptor Centre” e il “Naivasha Raptor Centre”, strutture veterinarie e di riabilitazione del Kenya Bird of Prey Trust, nella riserva di Soysambu, non lontano dal lago Elmenteita, tra Naivasha e Nakuru, e sul lago Naivasha.
Il santuario dei rapaci di Soysambu è anch’esso circondato da piloni dell’elettricità con cavi ad alta tensione, ma i veterinari, i tecnici, gli addestratori e i volontari si prendono cura della popolazione autoctona e di chi porta loro animali feriti o in pericolo. Sono soprattutto aquile pescatrici, ma anche avvoltoi dal dorso bianco ed altri tipi di rapaci, tra cui alcuni in via d’estinzione.
Il Naivasha Raptor Centre si trova nel Kilimandege Sanctuary, South Lake Rd, Lake Naivasha. È stato progettato per fungere da prima base per gli uccelli feriti in arrivo, dove vengono fornite le cure iniziali e l'alloggio, e per fornire cure a lungo termine ai rapaci in via di guarigione e a quelli feriti in modo permanente, da esporre al pubblico a scopo educativo.
Il centro è gestito da Shiv Kapila e dal suo team che si occupa di gestire, nutrire e curare gli uccelli, di pulire gli stabulari e di fornire visite interattive ed educative ai visitatori su appuntamento.
Ovviamente entrambi i centri (Il Soysambu Raptor Centre lavora in sinergia con quello di Naivasha) sono visitabili. Gli attuali alloggi per rapaci ospitano 28 uccelli. Nel 2020 è stata completata la prima fase dei recinti speciali per gli avvoltoi, oltre a recinti individuali per i diversi uccelli in cura.
Sono in atto piani per espandere e aumentare gli alloggi per rapaci per ospitare altri uccelli, compresa la costruzione di ulteriori recinti a lungo termine per gli uccelli che non possono tornare in natura e di un'ulteriore scogliera per avvoltoi che saranno affidati alle cure dei centri per il resto della loro vita.
(FOTO DI PAOLO TORCHIO)
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