CINEMA
12-06-2024 di Freddie del Curatolo
I conflitti tribali e tra allevatori e proprietari terrieri a Laikipia, in Kenya, sono stati documentati in un film-verità uscito quest’anno ed entrato già nei circuiti di festival e rassegne di tutto il mondo. Si tratta di “The battle for Laikipia” per la regia di Daphne Matziaraki e Peter Murimi.
Nella contea di Laikipia, a nord di Nairobi tra il monte Kenya e il parco nazionale di Aberdare, le immense distese di savana si intersecano da sempre con i pascoli degli allevatori samburu. Le grandi riserve private, ettari ed ettari di patrimonio conservato prevalentemente dagli ex colonialisti britannici e dai loro eredi, o venduti ad altri stranieri, difendono specie animali in pericolo d’estinzione e mantengono l’ecosistema a dispetto di cambiamenti climatici ed inquinamento.
Allo stesso tempo però, con la civilizzazione e gli stessi danni del cambiamento climatico, i pastori che da sempre sopravvivono portando le mandrie dove possono nutrirle, invadono le “conservancy” e spesso si arriva a conflitti anche cruenti.
Ne sa qualcosa, ad esempio, la conservazionista e scrittrice Kuki Gallman, proprietaria di uno dei tanti ranch della zona, che ha rischiato di morire dopo avers subito un attentato.
“The battle for Laikipia” parla con realismo e crudezza di questi rapporti estremi e complicati, attraverso la vita dei veri protagonisti, mostrando nel contempo le meraviglie di uno dei luoghi più affascinanti del Kenya e dell’Africa in generale.
Da una parte c’è il pastore samburu Simeon è la raffigurazione di chi perpetua nella zona le più antiche tradizioni contadine. Il suo bestiame non conosce e non può permettersi parole come “confini” o “recinti”. Capre e mucche pascolano ovunque ci siano acqua per dissetarsi ed erba per nutrirsi.
Dall’altra si muovono Maria e suo figlio George, keniani di origine britannica da quattro generazioni, che hanno creato un business sostenibile dalle loro terre colonizzate, danno lavoro ma non cedono alle richieste delle popolazioni locali che vorrebbero sconfinare.
Da qui nasce la tensione narrativa del film, tra documentario e pathos, raccontando i legami e le distanze tra le due “fazioni” coinvolte. Il racconto dei protagonisti rivela l’attualità di quelle terre, con la preoccupante mancanza d’acqua, che ogni anno si aggrava, con gli sforzi fatti dagli ex colonialisti ma anche le richieste, in parte legittime, di chi rivendica le terre in cui è nato e vivevano i suoi antenati prima che arrivassero i colonizzatori britannici. Fino ad arrivare ad eventi ricostruiti ma che traggono spunto dalla cronaca locale, fino a violenze ed espropri, con il banditismo che spesso approfitta delle rivendicazioni della popolazione locale per rapinare e saccheggiare i ranch.
Daphne Matziaraki, regista americana con una frequentazione ventennale con il Kenya, ha collaborato con il collega Peter Murimi per un lungometraggio necessario che è stato presentato in anteprima al prestigioso “Sundance Film Festival” lo scorso gennaio.
Un film che non indugia sul dramma e non cerca il sensazionalismo, ma mostra la situazione, senza prendere posizioni. E come si potrebbe, vedendo in una scena un allevatore bianco che decide di sparare alle mucche dei pastori che pascolano sul suo lato della recinzione, in cerca di erba da mangiare, e in un’altra un gruppo di pastori, con la priorità di preservare il loro stile di vita, che fanno razzie nella casa di un ranch.
Tuttavia, dietro queste vicende, c’è la “longa manus” del potere dell’economia globale e le nuove dinamiche della produzione agricola e dell’ecoturismo.
La domanda che scaturisce da questo film-denuncia è “c’è un bene comune per Laikipia, esiste una soluzione per conciliare il bene dell’ecosistema della regione e la convivenza di chi la abita?”. Il film keniano sarà alla rassegna “Cinema per l’Ambiente” a Torino, sottotitolata in italiano. Speriamo anche presto sugli schermi o in qualche piattaforma di streaming. Chiunque abbia a cuore il Kenya e voglia capirne la realtà, attraverso un’opera d’arte e di intrattenimento, dovrebbe poter vedere “The battle for Laikipia”.
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