NESSUN PROBLEMA?
31-01-2025 di Freddie del Curatolo
E’ senza dubbio la locuzione in lingua swahili più famosa a livello internazionale e non a caso certifica quella che è una tendenza, un istinto magari poi soffocato dalla vita moderna, che riguarda l’Africa orientale.
Stiamo parlando di “Hakuna Matata”, ovvero “nessun problema” (qualcuno per traslato lo traduce anche “senza pensieri” che invece letteralmente sarebbe “bila wasiwasi”).
L’espressione non passa inascoltata a migliaia di turisti che ogni anno si recano in vacanza non solo sulle spiagge della costa del Kenya e dell’isola di Zanzibar, ma anche nei grandi parchi e nelle riserve keniane e tanzaniane, nelle foreste ugandesi al cospetto dei gorilla (dove se non si fa i bravi, a piedi, qualche “matata” ci può essere) e anche in Zambia e a nord del Mozambico.
Incontrare persone sorridenti che vivono di poco o niente e muoiono e vedono morire per molto meno e sentire il loro “hakuna matata” fa sempre un effetto che, da qualsiasi angolazione mentale lo si veda, non passa inosservato e ci fa riflettere sul peso che diamo alle cose e sulla fretta e superficialità con cui misuriamo il labile confine tra povertà di spirito e ricchezza d’animo, spesso senza usare il compasso, ma la compassione.
Hakuna matata. Anche chi non è mai stato in Africa, o in quell’Africa, l’ha imparata, grazie alla diffusione del celeberrimo film d’animazione “Il Re Leone”, che conteneva la canzone con l’hakuna matata nel titolo e nel ritornello, scritta da Elton John ed interpretata da Jimmy Cliff. Nelle settimane in cui è arrivato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo anche il “prequel” del Re Leone, “Mufasa”, il fascino della savana e la filosofia dell’equatore sono tornate alla ribalta, corroborate da una stagione turistica più che buona.
Senza contare che con tutte le magagne (e anche qualcosa di più) che zampillano in giro, tra guerre in corso ed altre terminate solo sulla carta, l’hakuna matata è un sogno, una speranza che ai tempi dell’individualismo sfrenato, per ognuno assume un significato diverso. Ma per tutti è un invito a prendere un po’ più alla leggera quel che si vede e si sente in giro, senza né ignorarlo né pensare che sia normale.
Semplicemente sapere che un mondo dove “hakuna matata” fosse una regola fondamentale di vita, non sarebbe strafottenza, né egoismo, ma un cambiare rotta rispetto al “matatizo”, un mondo di casini.
Per alleggerire il concetto in puro stile vacanziero, ecco una canzone che è ben lontana dall’abilità compositiva di Sir Elton Hercules John e dalla verve canora del mito giamaicano Jimmy Cliff, ma illustra con ironia quel che abbiamo appena enunciato.
Abbiamo partecipato volentieri a questo “gioco” e prodotto questo video di animazione e come enunciato alla fine della canzone di Re Mida and The Creek, ci sono tantissimi guai in Africa ed altrettanti modi per esprimerli con una parola…l’importante è metterci un “hakuna” davanti!
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