“I casi di Covid-19 in Kenya arriveranno in poco tempo a quota 10.000 e i nostri ospedali saranno travolti dai pazienti”. Queste le previsioni non molto confortanti del Ministero della Sanità keniana, alla vigilia dell’introduzione dei tamponi rapidi di cui finalmente è entrata in possesso.
Con i test veloci, che verranno forniti a centinaia in ogni Contea definita “a rischio” e di cui ci sarà nei prossimi giorni un utilizzo massivo nella Capitale Nairobi, il numero dei casi sospetti e dei contatti diretti dei 179 positivi saranno seguiti a più riprese e, dalle proiezioni già fatte in passato (è dai primi cinque casi che sono arrivati quasi tutti quelli attuali) il numero potrebbe essere presto moltiplicato per trenta.
“Per la metà del mese potremmo già avere cinquemila casi nel Paese e per fine aprile speriamo di non superare i diecimila – ha detto il Capo del Dipartimento sanitario, Mercy Mwangangi – perché le nostre strutture sanitarie non saranno sufficienti ad ospitare tutti - Le nostre proiezioni sono valide per quanto riguarda le prossime settimane e potranno essere confermate solo dopo i primi test rapidi di massa”.
Per evitare congestionamenti che oltretutto possono rappresentare ulteriori focolai di contagio, il Dipartimento punta su protocolli di assistenza domiciliare per pazienti con sintomi lievi.
C’è da dire che solo uno dei 179 casi di positività al Coronavirus rilevati fino ad ora in Kenya viene definito “preoccupante” e il paziente si trova in terapia intensiva con supporto di ventilatore.
Gli altri 178 sono definiti “lievi o moderati”.
Questo non deve far abbassare certo la guardia, anzi aumentare la prevenzione perché solo proteggendosi si può evitare che il contagio arrivi alle persone più deboli e disagiate. Che forse ancora non si rendono conto che tutto questo, forse per la prima volta veramente in questo Paese, viene fatto anche per loro.
Nelle prossime 24 ore saranno comunicate altre informazioni su come il Ministero della Sanità avrà intenzione di muoversi a riguardo.