AVVERTENZE
06-02-2018 di Freddie del Curatolo
Con il ritorno del turismo di massa a Watamu e Malindi, tornano anche le mode imbecilli favorite da una parte dall'ignoranza e dalla disabitudine della popolazione locale alla protezione della Natura, dall'altra dalla superficialità di turisti del mondo cosiddetto civilizzato, che a volte dimostrano di avere ben poco da insegnare a chi per colpe in gran parte non sue è rimasto inconsapevolmente indietro su certe cose.
E' il caso dell'abitudine idiota di farsi i "selfie" con le stelle marine.
Va bene l'entusiasmo di vederle in mare, godere della bellezza dei loro colori, addirittura poterle toccare in acqua.
Possiamo anche capire che nessuno "nasce imparato" e che si possa non essere al corrente delle particolarità delle specie marine tropico-equatoriali.
Ma che, grazie alla loro remissività, si portino fuori dal loro ambiente naturale, le si tengano in mano e su tutto il corpo per farsi le fotografie, è veramente assurdo. Basterebbe il dubbio, lo scrupolo di informarsi sulle caratteristiche e sui pericoli che corre una volta estratta dall'acqua.
L'asteroidea (comunemente chiamata stella marina) quando esce dall'acqua ingloba una quantità d'ossigeno di molto superiore al suo fabbisogno, tanto che non riesce a liberarsene e rischia di morire soffocata, se non viene messa in acqua dopo pochi secondi.
Tenerla fuori per farsi le foto, e magari passarsela di mano per un po', equivale ad ucciderla.
Dopo pochi minuti la stella marina si rattrappisce lentamente e non c'è più nulla da fare.
Per una specie così particolare, antica e meravigliosa, già molto sensibile ai cambiamenti climatici e all'inquinamento, l'ignoranza unita alla noncuranza dei turisti rappresenta la "botta di grazia".
Durante le feste natalizie, addirittura ad un "beach boy", per far colpo su un gruppo di turisti italiani, è venuta la criminale idea (in buona fede, sicuramente, ma da denuncia) di comporre un albero di natale sulla spiaggia con almeno 40 stelle marine.
Uno sterminio.
E la cosa pazzesca è vedere centinaia di fotografie di turisti estasiati o incuriositi dall'insulsa "opera d'arte".
Altro esemplare in pericolo per giochi davvero stupidi e avallati dalla nostra ilare inettitudine, è il pesce palla.
Il fatto che si gonfi una volta preso in mano e messo fuori acqua, non è un numero da circo, ma una sorta di autodifesa che costa a questa specie ittica un grande stress. Bastano dieci gonfiamenti da "selfie" e il pesce palla può morire.
Cerchiamo di essere consapevoli che "vacanza" non vuol dire distruzione del mare, già minato da creme abbronzanti, plastica, infradito dimenticate e dalla spazzatura gettata dalle navi in altomare.
E anche che siamo in Africa, dove spesso la popolazione locale non ha cognizione di queste cose, e non ha l'abitudine a rispettare l'ambiente in ogni suo aspetto.
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