Non parliamo solo delle destinazioni turistiche, come per la Watamu del “me l’ha detto Toblerone”, ma di una consuetudine ormai diffusa in tutto il Kenya e che fa parte del tessuto sociale: sono migliaia i presunti professionisti, in ogni settore, a lavorare senza requisiti: finti diplomi, licenze ottenute senza le adeguate verifiche, studi aperti senza permessi e così via.
Nelle cronache di tutti i giorni non è raro scoprire un avvocato che da anni si aggira per tribunali, con tanto di parruccona ereditata dalla colonia britannica, che si scopre non essersi mai laureato, o dentisti e oculisti che praticano senza alcun background, se non di aver lavorato come assistenti alla poltrona o commessi in un negozio di occhiali.
Questa settimana, l’ordine degli avvocati del Kenya ha lanciato l’allarme per quanto riguarda, ad esempio, il settore immobiliare. Come riportano anche diversi media nazionali, molti investitori si sono trovati in difficoltà o hanno perso i loro investimenti seguito di transazioni effettuate da “avvocati” che non sono autorizzati a esercitare.

C’è da dire che spesso l’approccio di queste figure, che sono ottimi venditori di sé stessi e che sicuramente, in un substrato di corruzione com’è quello del Kenya ci sguazzano a meraviglia, è promettente. Sicuramente danno l’impressione di svolgere bene il loro mestiere e spesso arrivano anche al punto più velocemente, anche perché hanno grande dimestichezza con registri fondiari delle principali città e contee in cui le transazioni immobiliari sono all’ordine del giorno.
Il problema spesso è che poi non solo la loro professione, ma anche eventuali timbri, documenti, permessi potrebbero essere annullati proprio perché chi ha favorito il loro rilascio viene trovato senza le qualifiche per svolgere quel ruolo da intermediario. In Kenya è pieno di casi in cui semplici impiegati di tribunale, mediatori e agenti usano clandestinamente timbri di avvocati registrati per firmare documenti, che possono essere annullati se scoperti dai conservatori dei registri immobiliari, come è già avvenuto in alcune contee.
Per questo alcuni di loro, i più avveduti, si affidano seriamente a veri studi legali o notarili per l’atto finale, ma in quel caso poi si rischia di avere una “sovrattassa” finale che non ci si aspettava.
Tanto vale recarsi subito da chi ha le credenziali per offrirvi un servizio garantito.
Ma come riconoscere un vero avvocato da uno fittizio?

Esattamente come si fa (o si dovrebbe fare, se non si fosse abbagliati dal sole equatoriale e convinti di essere i più furbi in quanto occidentali…) prima di acquistare una proprietà, è necessario svolgere una verifica anche sullo studio notarile che svolgerà tutte le pratiche.
Un avvocato, ad esempio, deve avere un certificato di pratica valido per l’anno in corso rilasciato dall’ordine, ovvero dalla Law Society of Kenya (LSK). A Malindi e Watamu, ad esempio, per un periodo c’è stata una concentrazione di ex avvocati, che un tempo lo erano davvero e con le credenziali giuste ma, com’è come non è, sono stati espulsi dall’ordine e non potrebbero più esercitare…

Chiaramente per quanto riguarda le “strane” pratiche degli italiani nelle destinazioni turistiche in cui dopo una o più vacanze decidono di investire, stiamo parlando di un livello già superiore.
Sono all’ordine del giorno infatti le truffe indotte (cioè messe su piatti di pietra saponaria) dall’ignoranza o dall’ingenuità dei nostri connazionali che prima ancora che andare dall’avvocato, si affidano alla nuova fidanzata “diversa da tutte le altre” o al brillante beach boy conosciuto in spiaggia, perché “parla bene l’italiano”.
Come nel caso della simpatica “instant song” del nostro Re Mida da Watamu, che potete ascoltare qui sotto.