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No alcool in pubblico in Kenya, sulla costa torna di moda il cocco

L'acqua servita nelle noci come bibita è una sana abitudine

18-08-2020 di Freddie del Curatolo

Questo disgraziato periodo in cui la pandemia da sei mesi a questa parte sembra aver cambiato le prospettive al mondo, tempestando il presente di timori e controversie e minando il futuro, sulla costa del Kenya vive, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, i suoi paradossi. Qui da marzo scorso stanno tutti bene, o almeno non peggio di prima della “guerra” innescata dal virus. La salute è uno degli aspetti che meno preoccupano chi vive sulle rive dell’Oceano Indiano o nell’immediato entroterra.
Se la mancanza del turismo, che poco dipende da questo Paese quanto più dalle regole dell’Europa Unita (maggior esportatore di viaggiatori) e dalle grane degli Stati Uniti, che resta il primo Paese per visti turistici in tutto il Paese, si sta facendo sentire mettendo in crisi quello che, specialmente nella Contea di Kilifi, è il primo introito della regione, ad agosto si sono aggiunte altre privazioni, prima delle quali la stretta sul consumo in pubblico dell’alcool.
Oltre alle bibite analcoliche (che per certi versi fanno più male della birra, se consumata in maniera non compulsiva) e ai succhi di frutta (tutte cose dolciastre comunque, che mal si abbinano con molti cibi) non è rimasto un granché per brindare a tempi migliori o socializzare sotto una palma.
Così sta tornando in auge una bibita molto economica, molto salutare e non invasiva come può essere un passion juice o una coca cola.
Parliamo del cocco, con la sua acqua ibrida e benefica.
Molti locali, specie quelli sulla spiaggia, e molti hotel hanno ripreso a servire la noce di cocco fresca come aperitivo o addirittura accompagnamento al pranzo, come si faceva trenta, quarant’anni fa quando le prime vacanze organizzate in Kenya erano sinonimo di esotismo e non ci si aspettava certo di trovare il Prosecco di Valdobbiadene per accompagnare le ostriche portate dal pescatore swahili o il Sagrantino di Montefalco a bagnare la nyama choma.
L’acqua del cocco oltretutto è una bevanda particolarmente dissetante e ricca di sali minerali che rinforza il sistema immunitario ed insieme al sole è una protezione naturale per le difese che possono portare a contrarre più facilmente il Covid-19, anche se a Malindi e dintorni sembra non essercene bisogno (sembra...ma i numeri e l’occupazione negli ospedali parlano chiaro).
Ma c’è anche un altro aspetto che la commercializzazione della noce di cocco (che è un vero business non solo per polpa e latte, ma per le fibre con cui si fanno tessuti e corda) può favorire, quello di non sacrificare la loro crescita per produrre il “mnazi”, storico liquore usato sulla costa dai giriama in particolare e causa molto spesso, con il suo abuso, di stati di ubriachezza eccessiva, di malattie del fegato e anche di violenze domestiche e stupri.
Le palme hanno bisogno di cinque anni di crescita per poter fornire tutti i loro prodotti al meglio e in quel periodo non bisognerebbe utilizzarle per estrarre il vino di palma, in quanto la produzione di noci di cocco ne risentirebbe. Siccome però il mnazi fa parte della cultura della costa, già in passato, quando fu implementata la legge di non commercializzazione del “mnazi” ma solo di utilizzo casalingo e artigianale, il Governo ha comunque rassicurato la popolazione locale. Il vino di palma potrà essere estratto alla fine della stagione del raccolto.
Le noci di cocco o le "drupe", si sviluppano solitamente in cinque o sei mazzi, ciascuno dei quali contiene circa una dozzina di frutti.
L'acqua di cocco può essere considerata come un vero e proprio integratore naturale. Contiene infatti sali minerali come magnesio, potassio e calcio. I sali minerali agiscono in sinergia per mantenere l'organismo idratato durante l'attività fisica. Può essere dunque considerata come un'alternativa naturale alle bevande per gli sportivi e agli energy drink ricchi di coloranti e conservanti. E' utile per coloro che praticano sport poiché previene i crampi muscolari. E' considerata come una vera e propria panacea se assunta nella quantità di almeno 40-50 millilitri al giorno. In generale, aiuta a migliorare i livelli di energia, stimolando la produzione di ormoni da parte della tiroide e stimolando il metabolismo.Questa bevanda ricavata dal cocco contiene numerosi enzimi bioattivi che il nostro organismo utilizza per la digestione degli alimenti. Bere acqua di cocco è un utile rimedio naturale per coloro che soffrono di problemi digestivi e di dolori addominali causati dalla cattiva digestione. L'acqua di cocco deve essere assunta con regolarità per ottenere gli effetti desiderati.
Il cocco ha la capacità di regolare gli zuccheri nel sangue, di abbassare il colesterolo e di aiutare l'organismo a mantenere la corretta idratazione, in particolare se oltre alla polpa di cocco si consuma anche l'acqua di cocco.
Insomma, aspettando il ritorno di una “tusker baridi sana” ogni tanto e di un bicchiere di vino d’importazione, approfittiamo per riscoprire una meraviglia quasi gratis di questa terra e tenerci in forma.

TAGS: cocco kenyabibite kenyaalcolici kenya

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