La giornata di proteste indetta ieri dall’opposizione keniana al governo del presidente William Ruto, ha creato non pochi disagi alle attività lavorative nelle principali città keniane, oltre a paralizzare il traffico nella capitale Nairobi, creando situazioni di panico allorché il corteo capeggiato dal leader Raila Odinga è stato fatto oggetto di lancio di gas lacrimogeni e cannonate d’acqua, per disperdere i dimostranti che intendevano entrare nel centro cittadino. La manifestazione era partita dal Kamukunji Ground, storico punto d’incontro che nella stessa data, il 7 luglio, 33 anni prima aveva visto una delle più importanti proteste del popolo, che allora chiedeva il multipartitismo al presidentissimo Daniel Arap Moi, che per tutta risposta fece arrestare due degli organizzatori, con la polizia che si rese protagonista di violenze sui loro sostenitori.

Ieri il clima era decisamente diverso, la protesta dell’opposizione e di (non tantissima) gente comune è per il carovita, che in Kenya di questi tempi è un po’ come sparare sulla Croce Rossa e non si sa quanto l’attuale governo abbia colpa di questa situazione, né cosa potrebbe fare la coalizione avversaria, guidata da un leader quasi ottantenne, per raddrizzare la nave in avaria.

In ogni caso l’ordine pubblico è stato ristabilito senza situazioni gravi (in serata non sono stati annunciati né morti né feriti in maniera seria), anche se Odinga parlando ai media al termine del corteo, ha denunciato un attentato alla sua incolumità da parte della polizia, mostrando immagini della sua automobile (perché il paladino della povera gente va in manifestazione con il Suv…) con i vetri infranti.

E’ un copione già visto e che verrà replicato la prossima settimana, mercoledì 12 luglio, nella capitale e nel resto del paese (ieri qualche intemperanza in più con vandalismi si è verificata nella sua roccaforte Kisumu, altri scontri tra polizia e manifestanti a Mombasa, ma niente di preoccupante), come dichiarato dallo stesso Odinga. “Questo “è solo l’inizio di una nuova ondata di disobbedienza civile e di proteste di massa. Prepariamoci ad una manifestazione ancora più seria, in tutto il paese” ha detto Odinga, che ha anche annunciato di voler iniziare una raccolta di firme ed arrivare a 10 milioni, per “mandare a casa Ruto”.

Staremo a vedere, l’importante è che come questa volta, l’opposizione sia unita e schierata nell’intenzione di manifestare pacificamente, conscia comunque che in queste situazioni le intemperanze arrivano sempre da gruppi che colgono l’occasione per fare casino e disperati degli slum che hanno più voglia di ingaggiare battaglie con le forze dell’ordine che di portare la loro protesta agli onori delle cronache con rimostranze e men che meno proposte al governo.

AGGIORNAMENTO: Due persone sono decedute in ospedale a Kisumu per le ferite riportate durante le proteste, lo ha confermato il direttore del Jaramogi Oginga Odinga Hospital. Secondo il sito Citizen Digital, sarebbero stati colpiti da proiettili sparati dalla polizia durante le intemperanze. Si tratta di un uomo di 30 anni, residente in una delle baraccopoli della città, e di un altro adulto dell'immediata periferia.