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05-01-2021 di redazione
Ieri le scuole primarie e superiori del Kenya hanno riaperto i battenti dopo quasi 10 mesi di chiusura totale (solo le ultime due classi avevano ripreso le lezioni nell’ottobre dello scorso anno per poter preparare gli esami).
Non è stata una giornata facile da gestire, anche perché la risposta degli studenti e delle loro famiglie alla ripresa delle lezioni è stata pressochè totale, con qualche difficoltà nella distribuzione di sanitizzatori e nel gestire la capienza ridotta nelle aule, tanto che molti insegnanti hanno seguito le indicazioni del Ministero dell’Educazione, una sorta di piano B: fare lezione all’aperto sotto gli alberi, dividendo in due la classe ma soprattutto applicando la legge dell’ubicuità.
Altri ostacoli riguardano lo stato di banchi e sedie, quello dei tetti di molte strutture, specialmente nelle aree rurali, ma c’è da dire che la felicità dei genitori nel veder i figli tornare a scuola ha portato le comunità ad aiutare gli operatori scolastici e organizzarsi per l’acquisto di maschere e saponette.
Il Ministro dell’Educazione George Magoha si è mostrato soddisfatto dal livello di conformità ai protocolli COVID-19 degli istituti scolastici di tutto il Paese, in quanto gli studenti si sono presentati quasi ovunque indossando le mascherine come richiesto.
Visitando la più grande scuola pubblica del Kenya, la Olimpic Primary School di Kibera che conta 4700 studenti, si è rivolto ai media.
“Come avete visto, a parte l'affollamento – ha detto - tutti gli studenti indossano le loro maschere e gli insegnanti sono pronti a insegnare, quindi sosteniamoli. Il nostro desiderio è che tutti gli studenti tornino a scuola e vengano ammessi, ma solo dove c'è spazio. Dalla nostra parte, stiamo cercando di risolvere la questione delle distanze sociali, mentre studenti, insegnanti e genitori dovranno sempre lavarsi le mani”.
Non facile nemmeno questo in Kenya, laddove spesso nelle scuole manca l’acqua. Sono state parecchie le segnalazioni di questo genere, a cui si aggiungono quelle di disorganizzazione generale, ritardi nella consegna delle mascherine al corpo docente, di sanitizzazione delle strutture e così via. Kenya style, insomma...
L’atipico calendario di emergenza di quest’anno, nelle intenzioni del Governo, terminerà ad aprile per chi avrà gli esami e la prima settimana di giugno per gli altri, per poi ricominciare a luglio con quello del 2021 che avrà meno pause e potrà terminare a marzo 2022.
Altro problema che sta tenendo ancora i ragazzi lontani dalla scuola è quello dei trasporti. Ma riguarda specialmente chi fino all’ultimo è rimasto nei luoghi natii o delle famiglie e ora ha difficoltà a trovare mezzi (e fondi) per tornare nel luogo di residenza.
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