Tutto bloccato, per ora visti e permessi non aumentano in Kenya.
Il ministero degli interni ha fatto marcia indietro sulle sue decisioni, in base alle quali aveva annunciato di voler raddoppiare il costo degli ingressi turistici nel paese, portandoli da 50 a 100 dollari, insieme a tutta una serie di servizi e tasse soprattutto per i cittadini keniani, con aumenti dal 30 per cento ad addirittura il 150 per cento.
Questo è avvenuto dopo che una seconda petizione contro gli aumenti sconsiderati di pratiche e documenti per i keniani e gli stranieri attraverso l’ufficio immigrazione, è stata presentata ieri all’Alta Corte del Kenya.
La richiesta, che fa seguito alla prima richiesta di annullamento delle decisioni pubblicate dal ministero degli Interni sulla Gazzetta Ufficiale del 6 novembre scorso, chiede di rivedere gli aumenti perché “incostituzionali”.

Tra le misure che erano state prese, e poi bloccate dalla Corte, c’è appunto anche il raddoppio del costo del visto turistico d’ingresso nel paese (3 mesi estendibile di altri 3), e la stessa estensione che fino ad ora è gratuita, passerebbe a 200 dollari (Kes. 30 mila).
Secondo i richiedenti, secondo quanto dichiarato ai media nazionali, ci sono gli estremi per dimostrare che il ministero ha agito illegalmente, pubblicando l’avviso speciale della Gazzetta.

In particolare i keniani sono scossi dai costi decuplicati per la produzione di documenti base, come certificati di nascita, di matrimonio e di morte, titoli di studio e passaporti.
Per quanto riguarda gli stranieri, non è solo il visto d’ingresso a preoccupare, quanto l’aumento previsto del 150% di permessi di lavoro e di soggiorno.
Il 29 novembre l’Alta Corte avrebbe dovuto pronunciarsi sui tempi in cui dovrà prendere una decisione, invece il ministro degli Interni, Kithure Kindiki, ha rimandato qualsiasi nuova decisione al 10 dicembre, ma secondo i media keniani, le nuove tariffe, opportunamente rivedute, non entreranno in vigore prima del 1 gennaio 2024.
Quindi per adesso il visto resta invariato, così come le altre tasse e costi di servizi.