AMICI DELLO TSAVO
20-08-2015 di redazione
I primi dati del 2015 trasmessi dall'organizzazione "Tsavo Trust" sono significativi e confortanti: nei primi sei mesi dell'anno nessun elefante è stato ucciso.
I bracconieri non sono riusciti a prelevare le preziose zanne da nessun esemplare, e la savana del Kenya più vicina a Malindi e Watamu torna a ripopolarsi.
Molti sono gli avvenimenti positivi che hanno portato a questo risultato in assoluta controtendenza rispetto al passato: innanzitutto la lotta al bracconaggio effettuata dal Kenya Wildlife Service, il ritorno ai posti di comando del mitico fondatore Richard Leakey, poi il buon lavoro delle associazioni che salvaguardano specialmente gli elefanti, come la Tsavo Trust stessa e la David Sheldrick Foundation.
A questo si aggiunge il senso di responsabilità e l'amore per questa terra e la sua natura di molte attività di safari, i cui titolari sono divenuti in poco tempo sorta di "rangers" volontari molto utili. In più c'è da segnalare l'attività del CITES, l'organizzazione internazionale per la protezione delle specie in via di estinzione, che è sempre in prima fila nella protezione della fauna africana e condivide la lotta contro il traffico illecito di essi.
In pochi anni il Cites è riuscito a far firmare il trattato di non commercio dell'avorio a molti paesi africani e dell'Est, ultima e più importante tra tutte, la Cina.
Con la minor richiesta dell'avorio cala ovviamente il prezzo e il lavoro dei contrabbandieri.
Anche le forze dell'ordine del Kenya hanno avuto il loro peso, arrestando molti contrabbandieri nell'ultimo anno, uccidendo anche una decina di bracconieri sul campo e dando la caccia ad alcuni trafficanti internazionali d'avorio e pelli animali. Oggi sono undici mila, secondo il Kenya Wildlife Service, gli elefanti nello Tsavo.
Difficilmente si potrà tornare a vederne 35 mila come dieci anni fa, ma la speranza è di frenare l'escalation che fino all'anno passato ha ridotto a meno di un terzo i bellissimi e unici pachidermi "rossi" (perché colorati dalla terra argillosa del parco nazionale).
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