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EDITORIALE

Effetto guerra, prenotazioni per il Kenya a rilento

Dopo la riapertura, per Pasqua si spera nel "last minute"

09-03-2022 di Freddie del Curatolo

Anche in Kenya, come in gran parte del mondo non solo occidentale, non abbiamo fatto a tempo a goderci la coda pandemica che ha portato alla riapertura dei viaggi e all’alleggerimento delle restrizioni di vita, che dobbiamo fare i conti con una guerra ben poco rassicurante.
Se da una parte le destinazioni turistiche locali hanno avuto dall’inizio dell’anno una ripresa netta e benaugurante, con la ciliegina sulla torta della riapertura del turismo italiano ai viaggi verso l’Africa, dall’altra è scattata l’incertezza per l’evolversi di una situazione che preoccupa sia nell’immediato che a lunga scadenza. Così le manifestazioni di interesse per il periodo pasquale, ad esempio, non si stanno trasformando in prenotazioni e molto probabilmente le decisioni prenderanno forma, come di consuetudine ormai, “last minute”.
Ciò non riguarda solamente le vacanze degli italiani, che a dirla tutta non sono mai state improntate in maniera importante sulla Pasqua, specie quando è così alta dopo la seconda metà di aprile, ma anche quelle degli altri stranieri e persino dei keniani, che pure solitamente sono propensi a passare fuori dalle grandi città le feste comandate.
Per le località della costa, intanto, si deve registrare la defezione di russi ed ucraini, che rappresentavano una discreta quota settimanale di turisti, specialmente con le linee charter dirette da Kiev per Mombasa. Coinvolti una decina di hotel tra Mombasa e Diani, mentre i russi, sfruttando connessioni con la Germania e con Praga, arrivavano anche a Watamu e Malindi.
I charter ucraini hanno chiuso i voli già due settimane fa, mentre il turismo russo ha cancellato numerose prenotazioni. Continua ad operare invece la linea che collega la Repubblica Ceca con Mombasa. Nei giorni scorsi anche il flusso dalla Polonia è diminuito drasticamente e, sebbene distribuito in tutto il Kenya e nell’ordine di poche centinaia alla settimana, la somma di tutte queste assenze inaspettate dall’Est Europa, che fa la forza di molti hotel e piccole strutture specie in mesi di bassa stagione, diventa una perdita sensibile in percentuale.
Nel frattempo ci si attendono rincari delle tariffe aeree, dovute alla crisi del petrolio e dall’inflazione conseguente ai blocchi economici che la guerra proclamata da Mosca sta causando.
Il panorama non è buono attualmente e solo uno stop alle brutalità perpetrate dall’esercito di Putin e l’approdo a colloqui di pace potranno ripristinare una situazione che da troppo tempo manca dei crismi della normalità e della libertà di movimento e di godimento della vita di tutti.

TAGS: guerra kenyarussia kenyaturismo kenyapasqua kenya

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