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21-01-2022 di redazione
Il detto "a mali estremi, estremi rimedi" in Kenya spesso rappresenta l’unica soluzione pratica anche per il Governo. La corruzione è una piaga talmente profonda che nelle sue voragini giacciono abitudini ormai radicate che pescano e approfittano del disagio giovanile, della povertà estrema e del sogno di guadagni facili per sopravvivere nel quotidiano.
Uno di questi business è il commercio di pezzi di metallo di scarto e rottami, il cosiddetto “scrap metal” che in Kenya alimenta un giro d’affari importante e al limite della legalità.
Se con lo sviluppo economico è aumentata in maniera esponenziale la quantità di scarti di metallo, il commercio dei vari materiali è sempre stato definito bonariamente come una sorta di naturale riciclo che permette alle classi meno abbienti di costruire strumenti utili (anche se rudimentali), rappezzare le loro case baracche e via dicendo, anche con inventiva ed intuizioni da applausi.
Ma non ci sono solamente i creativi, la ricerca di “scrap metal” per rivenderlo muove la microcriminalità a sottrarlo da opere pubbliche, come ponti (alcuni crollati recentemente nel paese lo devono anche a questo fenomeno) ed altre infrastrutture.
In più per cercare nelle discariche il metallo, i raccoglitori clandestini spesso danno fuoco a tutto il resto, creando fumi tossici e cancerogeni che inquinano l’ambiente e ammalano le persone.
L’ultima vicenda eclatante è accaduta ad un importante traliccio della Kenya Power, il cui sabotaggio per procurarsi alcuni pezzi della struttura ha causato lo scorso 11 gennaio un blackout
nazionale che si è protratto per alcune ore.
Per quel fattaccio sono stati arrestati ben nove alti funzionari della società nazionale dell’energia elettrica, accusati di aver ignorato la situazione, che era già stata segnalata loro due giorni prima.
Così il Presidente Uhuru Kenyatta ha dichiarato che da oggi la vendita di pezzi di metallo di scarto è vietata in tutto il paese.
“Abbiamo appurato i vandalismi ai danni delle nostre linee di trasmissione elettrica – ha detto Kenyatta - Abbiamo anche visto casi di sabotaggio, come nel caso di Naivasha, dove la gente ha sbullonato alcune delle nostre linee di trasmissione di energia e dei tralicci creando caos e scompiglio. Così da oggi mettiamo in atto una moratoria sull’esportazione, l’acquisto e la vendita di qualsiasi materiale di scarto fino a quando non avremo messo in atto delle linee guida adeguate”.
Non è solo la corruzione o l’indifferenza delle istituzioni ad aver reso la situazione insostenibile, ma i tentacoli di una mafia che in molti hanno paura a portare a galla e denunciare.
“Non dovete permettere che l'intimidazione politica interferisca con il vostro lavoro. Dovete eseguire il vostro mandato senza paura o favore e senza intimidazioni da qualsiasi parte – ha detto il Presidente, rivolgendosi alle forze di polizia e ordinando loro di attivare un giro di vite sul commercio illegale di metallo di scarto nel paese - Questi sono atti di sabotaggio economico che rientrano tra gli atti di tradimento e la legge è molto chiara su come trattiamo gli individui che commettono atti di tradimento”
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