SOSTENIBILITA'
09-06-2023 di Freddie del Curatolo
L’Italia è stata tra le nazioni protagoniste alla seconda assemblea del programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani Un-Habitat di Nairobi, grazie ad accordi e firme di progetti che non riguardano solo il Kenya ma anche il nostro stesso paese.
La presenza del sottosegretario all’Ambiente e alla sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha testimoniato la volontà di un percorso basato sui fatti e non sulle stesse improduttive chiacchiere politiche per cui lo stesso presidente keniano William Ruto, nel suo discorso di apertura della cinque giorni di incontri, ha criticato la convention del G28 a Sharm El Sheik dello scorso novembre.
Nei giorni scorsi sono state poste le basi per proseguire nelle collaborazioni per l’energia verde tra i due paesi, con un meeting al ministero keniano dell’energia, è seguito un incontro bilaterale con i rappresentanti del governo brasiliano: entrambi i paesi giocheranno nei prossimi mesi un ruolo importante, in quanto assumeranno la presidenza rispettivamente del G7 e del G20. Così, Barbaro e i suoi colleghi sudamericani si sono “portati avanti” con programmi che riguardano la localizzazione della sostenibilità ambientale, ovvero che i miglioramenti ambientali non riguardino solo le metropoli, ma anche le città cosiddette “secondarie”, ovvero le cittadine con meno di 200 mila abitanti.
Poi, a margine delle giornate di Un-Habitat, è stato dato il via ad un progetto che ci onora e potrà risolvere una delle grandi piaghe degli slum di Nairobi, gli insediamenti informali che contengono 2 milioni di persone che vivono ai limiti della sopportabilità umana. La gestione dei rifiuti è sicuramente una delle più evidenti e preoccupanti problematiche di queste baraccopoli e l’Italia, attraverso l’Agenzia per la cooperazione e lo sviluppo (AICS) ha deciso di iniziare dallo slum di Korogocho, presentando il progetto “Waste Wise”, ovvero, “gestione saggia dei rifiuti”.
Un’iniziativa della durata di due anni che vede come partner, oltre al governo keniano, le Nazioni Unite. La firma è stata posta dall’Ambasciatore d’Italia in Kenya, Roberto Natali con il direttore della divisione Soluzioni globali di Un-Habitat, Rafael Tuts, alla presenza del Titolare della sede AICS di Nairobi, Giovanni Grandi e del sottosegretario Barbaro, oltre che del segretario allo sviluppo urbano del Kenya, Said Athman.
Il progetto mira ad avviare un sistema sostenibile di gestione dei rifiuti in modo da migliorare le condizioni sociali, sanitarie ed economiche degli abitanti di Korogocho, uno degli insediamenti informali più vasti della capitale keniana. La stessa area ha beneficiato negli anni scorsi di interventi di riqualificazione da parte della cooperazione italiana nell’ambito del programma italo-keniano di conversione del debito, del valore complessivo di circa 46 milioni di euro.
“L’iniziativa rappresenta un ulteriore esempio del partenariato con Un-Habitat e con le autorità keniane, volto a una maggiore sostenibilità delle zone urbane in una prospettiva ambientale – ha dichiarato Natali -, grazie al finanziamento del progetto “Waste wise Korogocho”, si registrerà un ulteriore impatto positivo in un quartiere in cui l’impegno dell'Italia è stato continuo, cambiando nel concreto la vita di quanti vivono purtroppo ancora oggi in condizioni precarie”. Aiutare in maniera “saggia” a smaltire i rifiuti partendo dalle zone disagiate della capitale, non è solo una “buona pratica” ma anche il miglior esempio che si possa dare per poi applicare lo stesso metodo altrove, come ha spiegato Grandi. “Questa iniziativa introdurrà un approccio pilota nella gestione dei rifiuti solidi a Nairobi, che ci auguriamo possa essere replicato altrove. L’obiettivo a lungo termine è quello di lavorare con il settore privato, formale e informale, per costruire una filiera dei rifiuti sostenibili a Korogocho e in Kenya” ha detto.
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