Si attendeva un comunicato ufficiale di un ente governativo, di quelli che non danno più adito a nessuna interpretazione e che dovrebbero spegnere sul nascere tutti i tentativi di lucrarci sopra (anche se le vie della corruzione sono decisamente superiori a quelle di qualsiasi Signore...).
E il comunicato è arrivato, da parte della Kenya Civil Aviation Authority, il braccio aereo dello stato.
"Tutti i passeggeri in arrivo in Kenya saranno tenuti a mostrare il certificato di avvenute vaccinazioni - recita il comunicato - i ragazzi sotto i 18 anni sono esentati dal presentare detto certificato".
Il comunicato aggiorna i criteri di ammissione nel paese anche alla luce del proliferare della nuova variante Omicron, ampliando la lista dei paesi di provenienza dai quali all'arrivo in Kenya i viaggiatori dovranno sottoporsi a quarantena obbligatoria: per ora si tratta solo di nazioni africane (Sudafrica, Eswatini, Zambia, Botswana, Lesotho, Malawi, Zimbabwe, Namibia, Ghana, Mozambico, Nigeria).
Nel comunicato è altresì confermato che il tampone PCR in uscita dal Kenya non sarebbe obbligatorio, ma dipende dalla richiesta delle compagnie aeree utilizzate e dalle richieste del paese di provenienza. Quello in entrata deve essere sempre valido, cioè fatto non più di 96 ore prima dell'arrivo in Kenya.
Di fatto il Governo con questo comunicato ha deciso di ignorare la richiesta di sospensione delle attività di prevenzione legate al vaccino in attesa dell'udienza del prossimo 4 gennaio 2022. Ora la palla passa all'Alta Corte che però, tra vacanze natalizie e prese di visione, difficilmente si pronuncerà entro quella data.