Personaggi

ITALIANI IN KENYA

Luca, Alessio e la App che aiuta i contadini keniani

Due agronomi italiani migliorano la vita dei piccoli produttori

07-07-2021 di Freddie del Curatolo

Una piattaforma digitale con l’anima italiana per aiutare i contadini keniani a crescere e guadagnare di più, migliorando la qualità dei loro prodotti e salvaguardando l’ambiente.
Sembra utopia, in tempi di globalizzazione, Ogm e produzioni seriali in cui il “green” e la sostenibilità sono spesso visti come nemici del portafogli.
In Kenya ci hanno pensato due agronomi italiani, il friulano Alessio Colussi, classe 1961, e l’emiliano Luca Alinovi, di tre anni più giovane, entrambi laureati alla Scuola di Agraria Tropicale dell’Università degli Studi di Firenze. E già oltre 10 mila contadini keniani si sono affidati a loro.
Alinovi viene da 15 anni in FAO dove è arrivato a ricoprire importanti ruoli strategici, Colussi che nell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ci è approdato dopo, ha maturato esperienze “sul campo” in vari paesi tra cui Kenya e Somalia con la Onlus CEFA e con l’azienda italiana leader del caffè Illy.
Malindikenya.net li ha incontrati e ha chiesto loro di raccontarci com’è nata questa avventura.
“Nel 2017 eravamo insieme in FAO a Nairobi – racconta Alinovi – ma non eravamo soddisfatti della metodologia del nostro lavoro. Conoscendo sempre più da vicino la situazione degli agricoltori keniani, ci siamo convinti che ciò di cui avevano bisogno non era in primis la formazione, ma un’iniezione di benessere che arrivasse dall’utilizzo appropriato delle loro risorse e dall’ottimizzazione del loro lavoro. La nostra filosofia è che prima bisogna elevare la loro condizione economica, poi si possono migliorare le loro attitudini. Ed è esattamente il contrario di quello che fanno le grandi organizzazioni di cooperazione e sviluppo”.
Così i due agronomi italiani hanno creato “Farmshine”, una piattaforma agricola che consente una gestione trasparente e tracciabile delle filiere, facilitando e semplificando il commercio diretto tra agricoltori e acquirenti finali e migliorando il rapporto qualità-prezzo dei loro prodotti.
“Ci siamo resi conto che uno dei problemi principali dei contadini del Kenya, che sono veri e propri eroi – spiega Colussi – è il guadagno risicato, dovuto soprattutto alla quantità di intermediari che implicano costi e guadagni per ogni singolo passaggio lungo la filiera.
Farmshine, accorciando e ottimizzando la filiera, permette che una miriade di piccoli costi occulti generati dall’inefficienza e dall’informalità che caratterizza i sistemi attuali di filiera, vengano trasformati in profitti per i piccoli produttori.
Il nostro lavoro consiste nell’aiutarli ad organizzarsi da soli nella gestione, in modo da arrivare facilmente a vendere il prodotto senza doversi affidare a terzi. L’obbiettivo è portare i piccoli e medi agricoltori a diventare attori centrali di una produzione responsabile ed adeguatamente ricompensata che allo stesso tempo crei vantaggi anche agli acquirenti e ai fornitori di servizi”.
In pratica Farmshine funziona come un programma di solidarietà, ma è una macchina privata che smette di essere “progetto” e cambia la natura del commercio.
“Per mettere in pratica il tutto, creare trasparenza e fare allo stesso tempo gli interessi di contadini e commercianti – illustrano i dueimprenditori italiani – abbiamo creato una APP unica in tutto il continente africano. Sviluppata su piattaforma android, permette di registrare gli agricoltori e le informazioni necessarie per il suo utilizzo. Tutte le operazioni di campo e attività vengono registrate, gestite e pianificate: si parte dall’acquisto del seme alla gestione del personale, al magazzino e agli inventari, dalla parte contrattuale relativa all’agricoltore alla qualità dei prodotti, infine la vendita al possibile acquirente con la relativa logistica”.
La piattaforma creata dai due scienziati italiani guarda in maniera pratica anche alla tutela dell’ambiente, tramite un confronto diretto con gli agricoltori che mira alla riduzione drastica di pesticidi e metodi invasivi per ottenere quantità maggiori di raccolto, promuovendo tecniche che combattono il cambiamento climatico.
“I nostri corsi di formazione sono brevissimi – afferma Alinovi - a volte bastano poche ore per far capire che qualità migliore non significa necessariamente minore quantità o costi più elevati. L’ottimizzazione, specie nei paesi in via di sviluppo, passa per altre vie. Siamo estremamente contenti quando i nostri coltivatori, una volta apprese la nostra filosofia e le nostre tecniche, le diffondono nell’ambito delle loro comunità, anche al di fuori del nostro programma, per contribuire a costruire un mondo migliore”.
Il “metodo Farmshine” è già presente in maniera importante in quattro contee del Paese, collaborando anche con le istituzioni locali ed ha puntato anche la costa.
“La Contea di Kilifi come quella di Lamu, dove già siamo presenti a Mpeketoni, ha grosse potenzialità – ammette Colussi – qui abbiamo intravisto ad esempio buone prospettive per le coltivazioni del sesamo, che ha bassi costi di produzione, grande richiesta e viene venduto molto bene in tutto il mondo”.
Farmshine acquista dai suoi contadini a prezzi competitivi e ha una rete di rivendita che comprende alcune delle più importanti aziende esportatrici di prodotti agricoli. Grazie all’idea dei due imprenditori formatisi nel sociale, le risorse provenienti dal Kenya potranno essere sempre più sinonimi di qualità, protezione dell’ambiente e rispetto del lavoro.
E il sogno-obbiettivo di Alinovi e Colussi è che la loro invenzione possa varcare i confini del primo paese africano in cui è stata messa in pratica.
“Siamo partiti dal Kenya ma vorremmo che quest’app possa diventare uno strumento globale per permettere a tutti i piccoli produttori del mondo di poter interfacciarsi con il mercato con la stessa forza di tutti gli attori nella filiera – spiegano i due - I problemi dei piccoli produttori del Kenya in realtà sono comuni a tutti i piccoli produttori del mondo; è vergognoso che ad oggi coloro che producono il cibo che tutti consumiamo abbiano i benefici minori”.

TAGS: agricoltura kenyaitaliani kenyacontadini kenyasostenibilità kenya

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