Com’è ormai noto a tutti e non solo ai lettori del portale, da martedì 1 marzo si potrà viaggiare dall’Italia verso il Kenya, come negli altri paesi del mondo non sconsigliati dalla Farnesina, per turismo senza dover allegare più nessun documento, autocertificazione, invito di lavoro o altro.
Inoltre dallo stesso giorno, al rientro dagli ormai ex paesi dell’elenco E, non si dovrà osservare il periodo di 10 giorni di quarantena né fare poi un tampone di verifica.
Ovviamente per adesso queste opportunità vengono concesse solo ai possessori di Green Pass e comunque anche se l’Italia approvasse l’uscita dei suoi cittadini, il Kenya non accetta turisti che non abbiano un minimo di due vaccinazioni.
Restano fondamentalmente due problemini da risolvere, per rendere ancora più agevole il percorso di andata e ritorno per chi desidera visitare il Kenya ed entrambi non riguardano i governi dei due paesi, bensì le compagnie aeree con cui si viaggerà dall’Italia a Mombasa e Nairobi facendo come minimo uno scalo (perché attualmente nessuna compagnia ha approntato un volo diretto da Milano o Roma ad una delle due destinazioni internazionali del Kenya).
La prima questione riguarda, in andata, la rimozione della richiesta delle due vaccinazioni per chi ha il Green Pass da guarigione. Attualmente lo si può tranquillamente caricare sul portale globalhaven.org senza che venga richiesto un documento che attesti le due vaccinazioni, ma resta la discrezione delle compagnie a chiederlo in quanto il Ministero della Salute keniana a regola lo considera obbligatorio per l’ingresso. Ma c’è da notare (e lo abbiamo fatto, inviando mail alle più frequentate compagnie che imbarcano passeggeri dall’Italia con destinazione finale Kenya) che il governo keniano si affida ormai ciecamente al sistema panabios e globalhaven.
Per lo stesso motivo, stiamo agendo con le compagnie aeree e la stessa cosa stanno facendo alcuni imprenditori del settore turistico keniano nonché i tour operator ad essi collegati, per convincerle a rimuovere la richiesta del tampone PCR al ritorno dal Kenya.
Ormai il Ministero della Salute italiano non lo chiede più all’arrivo nel paese, né lo pretendono le autorità aeroportuali. Anche per il Kenya, allorché un viaggiatore è vaccinato e/o in possesso di Green Pass non lo pretende più in uscita. Non si vede per quale motivo le linee aeree possano ancora essere l’ago della bilancia per la rimozione di questo fastidioso ultimo ostacolo che riporti la vacanza al pre-pandemia, con la sola aggiunta del passaporto vaccinale.
Stiamo lavorando per voi e speriamo di potervi dare presto aggiornamenti positivi anche da questo punto di vista.

RICORDIAMO CHE PER ADESSO PER VENIRE IN KENYA BISOGNA EFFETTUARE IL TAMPONE PCR IN ANDATA, CON VALIDITA’ DI 72 ORE PRIMA DELLA PARTENZA (DALLA DATA DEL PRELIEVO) MENTRE AL RITORNO IL TAMPONE PCR (E SOLO QUELLO) PUO’ ESSERE RICHIESTO DALLA COMPAGNIA AEREA.