ECONOMIA
03-05-2022 di redazione
Il Presidente Uhuru Kenyatta ha scelto la festa del primo maggio per sfoderare una decisione che sa tanto di propaganda elettorale ma che era attesa dai lavoratori keniani da tre anni.
Kenyatta ha deliberato l’aumento del 12% sui salari minimi mensili di tutti i dipendenti, sorvolando sulle proteste dei datori di lavoro ed ottenendo un plauso dalle categorie dei lavoratori meno pagati.
Ad usufruire maggiormente di questo aumento saranno gli askari (i guardiani di case ed attività), gli autisti, gli addetti alle pulizie, gli houseboy, i camerieri e cassieri ed altri.
L’obbligo di aumento rispetto al minimo sindacale è invigore dall’inizio del mese, quindi dovrà essere già presente sui pagamenti degli stipendi al prossimo 31 maggio.
In effetti questa decisione era nell’aria da tempo, in questo l’inflazione negli ultimi tre anni è aumentata del 6% e si prevede quest’anno un’ulteriore impennata. L’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità ha messo ulteriormente in difficoltà le fasce medio-basse del paese che non si sono sentite tutelate, specialmente nel periodo critico della pandemia. I prezzi degli articoli essenziali, tra cui il sapone, il gas e l'olio da cucina, così come i prodotti alimentari come la farina di grano e le cipolle, sono aumentati fino al 41% nell'ultimo anno.
Questo ha costretto molte famiglie, specialmente nel segmento a basso reddito, a ridurre il loro paniere di spesa in un ambiente in cui le aziende hanno congelato i salari mentre si riprendono dalle difficoltà economiche di Covid-19 e combattono le interruzioni della catena di approvvigionamento globale rese più dolorose dalla guerra in Ucraina.
“Nel pieno apprezzamento del contributo fondamentale dei lavoratori all'economia e a seguito della raccomandazione di varie parti interessate – ha detto Kenyatta durante il discorso del 1 maggio - troviamo che sia il caso di rivedere i salari minimi in modo da ammortizzare i nostri lavoratori contro l'ulteriore erosione del loro potere d'acquisto, garantendo nel contempo anche la competitività della nostra economia. Non c'è dubbio che il costo della vita in tutto il mondo è salito alle stelle a causa del Covid 19 e di conseguenza... dei conflitti in corso in Ucraina e in Russia. Sappiamo che la nostra gente vorrebbe che facessimo di più, noi lavoriamo per la sostenibilità ed in questo momento quel che possiamo fare è aiutarli aumentando i salari delle categorie più vulnerabili”.
L’aumento più significativo dei salari minimi era avvenuto sempre a ridosso delle elezioni, quelle passate del 2017, ed era stato del 18%.
Nelle grandi città, il salario minimo medio per un operaio generico, come le categorie sopra descritte, ora salirà da Kes.13.572,90, a Kes.15.201,64.
Salirà anche la paga minima dei receptionist (da Kes. 20.904 a 23.413) e quelle delle guardie di sicurezza notturne, dei conducenti di veicoli pesanti e dei cassieri dei supermercati.
Non è d’accordo, chiaramente, la Federazione Keniana dei Datori di Lavoro (FKE), che pur adeguandosi alle direttive del Capo dello Stato, denuncia l’ennesimo ostacolo alla ripresa economica dopo la pandemia,
“Questo aumento dei salari minimi porterà inevitabilmente a limitare il numero di nuove assunzioni – ha spiegato la direttrice del FKE, Jacqueline Mugo – riuscire a stabilizzare la nostra economia significa poter creare nuovi posto di lavoro. L'occupazione è una grande sfida per questo paese e abbiamo bisogno di trovare costantemente un equilibrio tra l'aumento dei salari e l'assunzione di più lavoratori".
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