MODE E TRASPORTI
28-05-2023 di redazione
Nel 2001, invece dell’odissea nello spazio, in Kenya l’invasione dei tuk-tuk rivoluzionò gli spostamenti della gente comune, specialmente nelle cittadine della costa e nei piccoli agglomerati urbani. Qualche anno dopo, le motociclette soppiantarono le bici nel cosiddetto trasporto “boda-boda” (dall’inglese “border to border”, da confine a confine).
Ora il nuovo modo di muoversi in economia per i keniani potrebbe diventare il monopattino elettrico. Con più difficoltà per la qualità delle vie (e la quantità di strade non ancora asfaltate) ma con un potenziale di crescita che invoglia le grandi aziende produttrici di mezzi elettrici a conquistare il mercato keniano.
L’antesignana è stata l’azienda svedese Opibus, a partecipazione keniota, che dapprima ha importato veicoli elettrici per metterli sul mercato nazionale come taxi, poi ha creato un settore di “retrofit”, ovvero trasformare motori a benzina in elettrici, partendo dai fuoristrada per portare i turisti in safari. Ultimamente Opibus ha cambiato nome in “Roam Motors” e passerà dall’elettrificare vecchi veicoli a benzina e importare utilitarie, a produrre modelli da zero e particolarmente moto elettriche che siano una solida e affidabile alternativa a quelle spinte da un motore endotermico.
Il design è un fattore del tutto trascurabile per il brand. Nei paesi in via di sviluppo le due ruote infatti non sono un mezzo di svago o per il commuting, ma sono spesso l’unico veicolo di trasporto e vengono impiegate anche per soddisfare le più inimmaginabili esigenze lavorative.
Con quattro ore di ricarica di batteria e la creazione, in divenire, di centraline e stazioni per la sostituzione delle batterie. L’obiettivo finale di Roam è quello di produrre 12.000 moto entro la fine del 2023.
Naturale evoluzione, pensando alla mobilità cittadina o delle zone turistiche, è il monopattino che sta spopolando in Europa. Per questo una multinazionale già radicata a Nairobi come Decathlon, che ha già la vendita dei monopattini elettrici nel suo “arsenale”, potrebbe iniziare la commercializzazione in Kenya, anche se non sono ancora chiare le regole e non c’è un vero e proprio iter per l’importazione e l’immatricolazione.
Ma il processo è iniziato e sarà da vedere effettivamente il ruolo di questi nuovi veicoli da trasporto economico e personale e soprattutto la loro adattabilità al suolo e alle abitudini keniane.
Immaginiamo già, in alcune parti del paese, i “monobodaboda” con un passeggero a bordo per 20 scellini e i gruppi di giovani che provano a muoversi in quattro su un solo mezzo.
D’altronde il Kenya ci ha abituato da sempre ad assorbire evoluzioni o mode anche temporanee in un batter d’ali di fenicottero. Vedremo se anche nel caso dei monopattini elettrici sarà così.
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