La crisi economica in Kenya non sembra avere fine né ancore di salvezza.
La notizia di ieri è che lo Stato non ha i soldi per pagare gli stipendi di migliaia di dipendenti pubblici. A molti di loro non è ancora arrivato il salario di marzo e il Ministro del Tesoro, Njuguna Ndung’u ha ammesso candidamente che “sono tempi duri” e che anche nell’immediato futuro non si vedono spiragli a questo problema. Rispondendo a chi ha lamentato il grave problema, che riguarda lavoratori statali e parastatali ad eccezione degli insegnanti, e confessando la grave crisi di liquidità, Ndung'u ha detto che il governo nazionale sta affrontando vincoli finanziari perché si trova tra entrate insufficienti e un accesso limitato ai finanziamenti a causa della riduzione del margine di indebitamento.
La preoccupazione, oltre che sulle tavole e nei fabbisogni quotidiani di tantissime famiglie, sta approdando anche negli uffici delle principali banche keniane e delle cooperative che concedono prestiti (le cosiddette “Sacco”, se volete sapere cosa sono e come funzionano leggete questo interessante articolo). Le organizzazioni finanziarie private si chiedono come centinaia di clienti che hanno sottoscritto mutui e prestiti, riusciranno ad onorare le loro rate mensili, senza poter percepire uno stipendio.
“Solitamente veniamo pagati tra il 27 e il 30 del mese – ha dichiarato un dipendente della tv di stato, la Kenya Broadcasting Company (KBC) – siamo al 10 del mese successivo e ancora non sono arrivati”.
La situazione è preoccupante anche per sanità e sicurezza, i principali settori che non possono restare scoperti o essere vittima di scioperi. “Dall’indipendenza del nostro paese non abbiamo mai visto una cosa del genere – ha detto il parlamentare Peter Salasya -, nemmeno ai tempi dell'ex presidente Daniel Arap Moi abbiamo mai vissuto una situazione così grave. Non è successo nemmeno durante la pandemia di Covid-19, quando l'economia globale ha subito la peggiore batosta del XXI secolo”.
Attualmente non esistono ricette per sistemare una questione così impellente, perché la mancanza di liquidità nel presente annuncia problematiche ben peggiori, ovvero l’insolvibilità dei prossimi mesi di fronte agli interessi di grossi debiti contratti con Cina e Banca Mondiale. Per questo motivo il presidente William Ruto, che si è preso carico di risolvere una situazione che assicura è stata totalmente ereditata dall’amministrazione precedente, di cui comunque era il numero due nella “stanza dei bottoni”, è alla spasmodica ricerca di finanziamenti sotto forma di partnership ed ha intenzione di mettere in vendita aziende statali e a partecipazione, oltre alle università e alla compagnia di bandiera Kenya Airways.
Intanto, come abbiamo riferito alcuni giorni fa, i prezzi di ogni cosa aumentano e la scarsità di valuta estera, particolarmente dollari, incide anche sul prezzo di carburante e prodotti d’importazione. Nel caso della benzina, ci sarebbero alle viste accordi con paesi arabi per poter pagare in scellini.