IL KENYA CHE CRESCE
23-10-2023 di Freddie del Curatolo
La sanità, insieme all’educazione, è da sempre una delle spine nel fianco delle amministrazioni del Kenya dai tempi della sua indipendenza.
Il servizio pubblico clinico-ospedaliero si è spesso rivelato insufficiente per rispondere alle domande della gente bisognosa di cure, senza adeguate strumentazioni e personale preparato e con strutture desuete o fatiscenti. Negli ultimi anni c’è stato un deciso miglioramento ma resta il fatto che chi in Kenya davvero vuol salvarsi la pelle o comunque evitare che certe malattie degenerino, deve rivolgersi al settore privato, con costi che ovviamente la povera gente non può affrontare.
Il lancio della Copertura Sanitaria Universale da parte del governo keniota, avvenuta ufficialmente la scorsa settimana, è uno dei pilastri dell’amministrazione Ruto e rappresenta l’estremo tentativo di fornire alla popolazione un'assistenza sanitaria accessibile e conveniente.
La prima fase del programma mira ad abolire tutte le tariffe per i pazienti nei centri sanitari locali e negli ospedali di riferimento, la seconda a creare uno schema di assicurazioni sanitarie sociali attraverso il rivoluzionamento del vecchio “Fondo nazionale di assicurazione sanitaria” (NHIF) e la creazione del “Fondo per l'Assicurazione Sanitaria Sociale” e di quelli per le Emergenze, le Malattie Croniche e le Malattie Critiche.
Ma a parte le variazioni amministrative e legali, le contee, facendo tesoro del passato in cui i progetti di miglioramento della sanità non sono andati a buon fine, chiedono che governo aumenti lo stanziamento di bilancio per il settore, aumentino le risorse umane e razionalizzino i sistemi di riferimento, soprattutto dagli ospedali di contea a quelli nazionali.
Insomma, un lavoro immane che non si capisce bene con quali soldi pubblici possa essere svolto, in un paese che sta affrontando una grave crisi di liquidità, pur non mancando i presupposti per la crescita economica.
Nel frattempo il governo ha aumentato il numero dei volontari e degli operatori sanitari e ha rinnovato le unità sanitarie comunitarie. Di conseguenza le visite ai centri sanitari da parte dei residenti sono aumentate e il ministero della Salute ha stimato nell’ultimo anno un numero di visite pari a 3 milioni e duecento mila.
Ruto, però, guarda anche alla Cina come risoluzione per portare nel suo paese una sanità privata a basso costo, accessibile a più persone rispetto a quella attuale. Nel suo recente viaggio a Pechino, dove ha incontrato i vertici del governo cinese durante un forum internazionale a cui ha partecipato anche il presidente russo Vladimir Putin, Ruto ha firmato un accordo con un’azienda cinese, la Zhende Medical, che si dice pronta ad investire circa 180 milioni di dollari per costruire fuori Nairobi la più grande struttura sanitaria dell’Africa Orientale.
L’azienda cinese intende assumere 7 mila lavoratori keniani e si è posta l’obbiettivo di esportare forniture mediche nell’Africa subsahariana per un valore di circa 320 milioni di dollari all’anno.
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