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Se i masai del Kenya imparano il cinese

Boom di richieste di safari dopo la visita del tycoon di Alibaba

01-08-2017 di Antonio Altieri

La recente visita in Kenya del miliardario cinese Jack Ma, inventore del colosso mondiale delle vendite online Alibaba.com, sembra avere scatenato un ulteriore “effetto safari” sul popolo cinese e specialmente su quella fascia medio-alta di turismo che negli ultimi anni ha letteralmente soppiantato i giapponesi, in quanto a quantità e qualità di escursioni in giro per il mondo.
Dopo il recente viaggio del tycoon tra Nairobi e Maasai Mara, le richieste di safari da parte dei tour-operator da Pechino e dalle altre metropoli cinesi sono aumentate in maniera considerevole, tanto da prevedere a settembre molti lodge “fully booked” per l’epilogo della grande migrazione annuale.
Alcune guide maasai hanno ammesso candidamente di aver iniziato a studiare la lingua.
I keniani si sa sono molto portati per imparare idiomi stranieri in breve tempo, ma certo il cinese rimane davvero ostico anche a loro.
Anche il Ministero del Turismo del Kenya ha deciso di puntare decisamente sul mercato della Cina, per rimediare al calo di afflusso di visitatori dall’Europa.
Il Kenya Tourist Board ha preso parte quest’anno alle tre più importanti fiere del settore, a Pechino, Shangai e Guangzhou.
“Nei primi mesi del 2017 – ha dichiarato la direttrice del KTB Betty Radier – abbiamo ricevuto 14 mila visitatori dalla Cina, contro i 10 mila dello stesso periodo dell’anno scorso, con un incremento del 34%. Nessun altro Paese ha saputo fare altrettanto”.
Considerando che già nel 2016 si era registrato un incremento del 60%, arrivando ad un ingresso di 47 mila cittadini della Repubblica Popolare. Se il trend continua, presto saranno gli stranieri più assidui in Kenya.
Per la cronaca, c’è da ammettere che molti di loro sono manager, tecnici ed operai che lavorano alle grandi opere appaltate da aziende nazionali, ma una buona parte amano la natura, i safari e le escursioni, particolarmente nella savana, nella Rift Valley e in Upcountry.
Chi teme una nuova colonizzazione ormai è rassegnato, ma l’invasione del Kenya non sembra rispondere a questi connotati, come altre nazioni più arretrate.
L’interesse di Jack Ma e di altri miliardari cinesi da questo punto di vista è significativo.
Logico che quindi si punti a far imparare a leggere gli ideogrammi anche ai Maasai. 
 

TAGS: Cinesi KenyaTurismo KenyaSafari KenyaKenya Cina

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