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ECONOMIA

Stop cinese ai prestiti al governo del Kenya

I progetti in essere potrebbero subire rallentamenti

06-07-2021 di redazione

Duro stop della Cina al Kenya per quanto riguarda i prestiti attivi.
Il Governo di Pechino ha congelato il gettito di fondi come risposta alla reiterata richiesta di Nairobi di estendere il blocco dei rimborsi attuato nei primi sei mesi del 2021 a causa dell’emergenza pandemia fino al prossimo dicembre.
In realtà i mancati pagamenti da parte del Governo keniano alle banche cinesi, soprattutto la Exim Bank of China, sta causando una crisi di liquidità che di conseguenza blocca i progetti già finanziati dal paese asiatico, in quanto gli appaltatori non possono essere pagati nei tempi previsti per proseguire secondo programmi.
I dirigenti delle imprese statali confermano che molti progetti rischiano ritardi a causa dell'intoppo del finanziamento.
Dopo i sei mesi di stop concessi dalla Cina (come peraltro dalle nazioni occidentali) al rimborso, che scadeva lo scorso 30 giugno, le banche si sono trovate spiazzate dall’ulteriore richiesta dello Stato keniano.
Il Ministero del Tesoro, dal canto suo, in questo periodo non ha dato precise indicazioni riguardo ai pagamenti degli appaltatori che lavorano su progetti cinesi e sono pagati con il metodo diretto.
La Cina è uno dei più grandi creditori stranieri del Kenya, avendo prestato a tutto il mese di aprile 2021, ben 740 milioni di dollari per costruire linee ferroviarie, strade e altri progetti infrastrutturali negli ultimi dieci anni.
Ieri, l'ambasciata cinese a Nairobi ha confermato l'intoppo del finanziamento, aggiungendo però che la questione è già stata presa in esame dai funzionari dei due paesi.
Secondo l’agenzia stampa cinese Xinhua le parti interessate sono in comunicazione per rinegoziare la DSSI (iniziativa di sospensione del debito).
La reazione del Ministro del Tesoro del Kenya Ukur Yatani è stata invece di tono diverso.
Yatani ha negato divergenze, assicurando che il paese ha ricevuto risposta positiva sull’estensione del debito da tutte le nazioni creditrici.
In effetti i Paesi del G20, tra cui Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Spagna e Stati Uniti, hanno accettato una spalmatura del debito per i prossimi 4 anni, abbonando il 2021 per quanto riguarda gli interessi su circa 300 milioni di dollari prestati.
Il problema con la Cina però è un altro, pur essendo un membro del G20 e firmatario dell’accordo, gran parte dei suoi prestiti al Kenya è stata fatta su base commerciale da agenzie governative, società partecipate e banche statali, come la China Development Bank e la Exim Bank of China.
La Cina ha cercato di negoziare i suoi accordi di riduzione del debito separatamente, ma applicando gli stessi termini dei paesi del G20, riservandosi il diritto sulle dimensioni e su quali prestiti attireranno la moratoria.
La Banca Mondiale aveva stimato che il Kenya avrebbe potuto risparmiare 500 milioni di dollari dalla Cina tra gennaio e giugno nell'ambito dell'accordo DSSI in termini di congelamento del pagamento del capitale e degli interessi.
Ma la Cina ha annunciato che al Kenya sarebbe stato concesso uno sgravio di 245 milioni di dollari.
Nel caso Pechino confermasse questa linea, non è ancora chiaro quali progetti potrebbero subire rallentamenti per via di prestiti che salteranno, ma secondo fonti parlamentari citate dal quotidiano economico keniano Business Daily, gran parte di questi finanziamenti sarebbero collegati alla ferrovia veloce che dovrebbe collegare il porto di Mombasa alla città di frontiera con l’Uganda Malaba. Per adesso la ferrovia arriva a Naivasha, 120 chilometri a nord di Nairobi.

TAGS: prestiti kenyacina kenyabanche kenyadebito kenyaferrovia kenya

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