Il Governo del Kenya contro l’Alta Corte per quanto riguarda l’obbligo per chi accede a servizi governativi o chi si presenta all’arrivo negli aeroporti di Nairobi o Mombasa senza passaporto vaccinale.
Da oggi per chi arriva in Kenya, obbligo di Green Pass, mentre per chi si muove nel paese e vuole accedere a servizi pubblici o governativi, basterà la prova della prima dose somministrata.
Il Ministro della Sanità Mutahi Kagwe ha ribadito ieri che nessuno è obbligato a farsi il vaccino, ma che chi non lo farà, potrà usufruire di tutti i servizi governativi online. Resta da capire come si riesca a viaggiare “online” verso il Kenya, ma evidentemente questo è un problema che tocca solo viaggiatori stranieri provenienti da paesi dove si suppone i “no vax” siano in bassissima minoranza.
“Non so perché qualcuno sia andato in tribunale protestando per la presunta obbligatorietà del vaccino – ha detto Kagwe - perché non c'è niente del genere. Nessuno è costretto a farsi vaccinare, se però si vuole accedere in un ufficio del governo, non vogliamo prenderci la responsabilità di esporre tanti dipendenti al rischio del contagio. Si può fare una telefonata, andare online ma se ci si vuole presentare di persona, è giusto che noi proteggiamo il nostro personale. Così come tutti dovrebbero fare con le loro famiglie, se non si è irresponsabili”.
Come avevamo riferito, la scorsa settimana l’Alta Corte di Nairobi aveva emesso un ordinanza che bloccata di fatto la direttiva del governo che a sua volta richiedeva a tutti coloro che intendono accedere a servizi governativi di persona di essere completamente vaccinati”.
C’è finalmente una data per la prima udienza per la petizione che è stata accolta dal giudice Anthony Mrima: 4 gennaio 2022.
Il direttore generale della sanità Patrick Amoth ha detto che la decisione del tribunale non fermerà l'attuazione delle direttive.
"La posizione è ancora in piedi perché il Kenya è una società democratica, se volete andare in tribunale siete liberi di andare in tribunale ma ricordate che anche la libertà non è una libertà assoluta", ha detto Amoth.
A questo punto, dato che la direttiva nella sua intierezza comprende anche alcune regole per il settore del turismo, annunciata in parallelo con il Ministro Najib Balala, bisognerà capire quanto dagli annunci si passerà ai fatti, ovvero quanto saranno capaci le autorità keniane di applicare queste regole o di vegliare affinché vengano applicati.
Non si tratterebbe infatti di essere respinti agli uffici dell’immigrazione, del fisco (KRA), negli ospedali, della motorizzazione (NTSA), ma secondo l’editto Kagwe dello scorso 22 novembre, le persone dovranno mostrare la prova della vaccinazione per l'ammissione nei luoghi pubblici, compresi i parchi nazionali e le riserve di caccia, gli hotel, i bar e i ristoranti.
Tutte le imprese che accolgono 50 o più persone al giorno dovrebbero mettere un cartello che richiede almeno una prova di vaccinazione prima di entrare nei locali e i proprietari o gestori dovranno essere completamente vaccinati.
Tutte le riunioni al chiuso devono essere limitate a due terzi della capacità con la prova della vaccinazione Covid-19 di tutti i presenti.
Nelle nuove misure, i turisti e i viaggiatori provenienti da paesi europei devono essere completamente vaccinati e fornirne la prova prima di entrare nel paese.
"Abbiamo comunicato al Kenya Human Rights e ad altre organizzazioni che il diritto di non essere vaccinato non significa trasformarlo in una minaccia per coloro che lo sono o che vogliono esserlo – ha concluso il Ministro della Sanità - penso che questo debba essere molto chiaro".
Il ministero ha avvertito che le compagnie aeree saranno responsabili per qualsiasi passeggero che arriva nel paese senza essere completamente vaccinato.
Tutti i viaggiatori in arrivo nel paese saranno comunque tenuti ad avere un PCR Covid-19 negativo preso 96 ore prima dell'arrivo nel paese.