COMMERCIO
09-02-2024 di Freddie del Curatolo
E’ un periodo quantomai difficile per gli importatori di prodotti dall’Italia e dall’Europa in Kenya, tra problematiche attuali che riguardano il transito dei cargo commerciali dal Mar Rosso, ma anche per altre situazioni legate al prezzo del carburante e alla svalutazione dello scellino keniota rispetto al dollaro. All’aumento dei prezzi su beni che abbiamo sempre considerato “di prima necessità”, sia per i residenti europei in Kenya, sia per il turismo e la ristorazione, come ad esempio la pasta, il riso, l’olio d’oliva e il vino, fanno riscontro i ritardi sull’arrivo dei container e quelli dovuti alle nuove regole del governo keniano per contrastare la corruzione, che prevedono diversi passaggi per ottenere le necessarie autorizzazioni, attraverso piattaforme online.
Tutto ciò si traduce in prezzi decisamente più alti nei supermercati o direttamente dagli importatori, oltre che in disservizi e mancanza di prodotti.
Ieri l'Associazione degli Agenti Marittimi del Kenya (KSAA) ha messo infatti in guardia l’opinione pubblica da un'incombente carenza e aumento dei prezzi delle merci importate a causa delle operazioni dei militanti lungo il canale di Suez e il Mar Rosso. Nel loro comunicato trasmesso ai media, il KSAA ha denunciato la problematica delle compagnie di trasportatori via mare che hanno aumentato le loro spese, per via delle scorte armate che occorrono per attraversare il Mar Rosso ma anche le coste al largo dello Yemen, alle prese con gli attacchi dei ribelli Houthi.
Altre navi hanno deciso di transitare dal Capo di Buona Speranza, ma in questo caso aumenta sia il tempo di percorrenza e di consegna delle merci, sia quello del carburante impiegato.
“Le nostre compagnie chiaramente hanno bisogno di sicurezza, anche se per adesso sono particolarmente a rischio soprattutto quelle americane – spiega l’importatore Roberto Miano di Gourmet Master - non vorremmo che le autorità keniote approfittassero della situazione, in quanto contemporaneamente è aumentato il novero delle licenze da ottenere attraverso i nuovi sistemi online”.
La congiuntura in questo periodo è sfavorevole in tutti gli aspetti, perché oltre alla svalutazione dello scellino, sono aumentati anche i prezzi dei prodotti in Italia.
“Bisognerebbe uscire da questa logica che è sempre colpa delle guerre o delle situazioni contingenti internazionali, quando sarebbe decisiva una presa di posizione del governo locale, per considerare prodotti importati dall’Europa come beni di prima necessità, pensiamo alla pasta o all’olio d’oliva, e non di lusso” spiega Miano. E’ interesse di tutti, tranne dei pochi che se ne vogliono approfittare e non fanno né il gioco deli governi, né quello del mercato e né tantomeno quello del turismo, che si trovi una soluzione per non portare il sistema delle importazioni, che alimenta guadagni per tante categorie di keniani ed imprenditori residenti nel paese, al collasso.
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