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ECONOMIA E TURISMO

Tassa sui beni dei turisti, ultima idea del Kenya

Il Kra vorrebbe applicare una regola già esistente

02-11-2023 di redazione

Pare che l’autorità delle Entrate del Kenya (Kra), come riferisce lo stesso ente governativo sul suo profilo X, abbia intenzione di applicare una tassa sui beni personali portati dai turisti nel paese, se superano il valore di 500 dollari, che è esistente ma di fatto è stata sempre e giustamente ignorata.

Secondo quanto affermano i media nazionali ed è anche riportato nelle “Frequently Asked Questions” della brochure del Kra per i passeggeri in arrivo in Kenya, la tassa riguarderebbe non solo gli oggetti nuovi, ma anche quelli usati.
Sembra davvero eccessivo che si vada verso questa applicazione rigorosa e siamo convinti che il governo, vista anche la netta opposizione del neo ministro del Turismo (ed ex ministro degli Esteri) Alfred Mutua, non farà applicare questa gabella che rischia di scoraggiare ulteriormente i turisti dal frequentare il Kenya, a vantaggio di paesi, anche vicini come ad esempio la Tanzania con Zanzibar.

L’applicazione di quel che il Kra ha annunciato su X (“Ricordiamo che quando viaggiate potrete portare con voi oggetti personali o domestici per un valore pari o inferiore a 500 dollari. Tutto ciò che supera tale importo sarà soggetto a tassazione", si legge nel tweet) significherebbe ad esempio che, anche un iPhone di ultima generazione potrebbe essere soggetto ad una gabella, così come apparecchiature tecnologiche pertinenti in Kenya, ad esempio macchine fotografiche con zoom speciali per gli appassionati di safari.

Il ministro Mutua, recentemente, in un convegno ripreso su Tik Tok, il cui video è diventato virale, aveva espresso il suo disappunto contro gli ufficiali negli aeroporti, accusandoli di frustrare i turisti stranieri.
"Quando i nostri turisti arrivano, portano con sé le macchine fotografiche, indossano le scarpe, eppure vengono molestati all'aeroporto dai funzionari della Kra e questo lascia loro un'impressione negativa. Poi ci chiediamo perché non tornino" aveva detto.

Sulla stessa linea è anche il settore turistico costiero italiano. "Mutua ha pienamente ragione - spiega l'imprenditore di Watamu Roberto Lenzi, che è anche membro del Comites Kenya - il modo migliore per creare entrate e guadagno economico per tutti è invogliare i turisti a venire in Kenya. Con meno ingressi, intanto, ci sono meno visti. Ha senso tassare un oggetto di valore a chi viene in vacanza e rinunciare la prossima volta a quella che è già una tassa d'ingresso nel paese? Senza contare che i turisti fanno lavorare hotel, ristoranti, agenzie di safari e tutto un indotto che paga le tasse, con cifre ben più importanti che tassare un iPhone...Noi siamo pronti a parlare con le autorità per trovare una via comune per risollevare le sorti dell'economia di questo paese attraverso il turismo che, come dice Mutua, è una grande risorsa che non va frustrata in nessun modo".
 
Il Kenya deve rimanere competitivo e per farlo ha certamente bisogno di allinearsi con i paesi più sviluppati.
Ma ciò deve essere fatto con criterio e lungimiranza.
Se è vero ad esempio che le regole chiare e i controlli seri possono limitare o addirittura cancellare la corruzione e relative richieste di “mancette”, che è una precisa volontà del governo Ruto, è altresì palese che non si possano legalmente chiedere surplus che altri paesi non applicano.
Anche perché, per assurdo, da tempo il Kenya ammette di puntare su una clientela di alto cabotaggio, particolarmente per i suoi safari (da gennaio le tariffe d’ingresso nei parchi aumenteranno vistosamente), ma non crediamo che spillare loro soldi sia il miglior metodo per farli innamorare delle bellezze di questo paese e farne una buona promozione.

AGGIORNAMENTO DEL 2/11
(dal sito Kenyans)
Oggi l'Autorità fiscale del Kenya (KRA) ha messo a tacere la confusione generata dalle speculazioni secondo cui l'Agenzia starebbe pianificando l'introduzione di tasse sui bagagli personali di valore pari o superiore a Ksh75.000 (USD500).
In una spiegazione dettagliata, questa mattina, l'autorità ha chiarito che tutti gli oggetti personali usati sono esenti da dazi doganali, indipendentemente dall'importo.
Tuttavia, l'Agenzia delle Entrate ha spiegato che, in base alle normative fiscali dell'Africa orientale, i beni di valore fino a Ksh75.000 (USD500) per ciascun viaggiatore sono esenti dalle tasse di importazione, a condizione che il bagaglio sia accompagnato e dichiarato al funzionario doganale.
Nello stesso tempo, l'autorità ha fornito ulteriori chiarimenti sui dazi doganali imposti sui prodotti importati nel Paese.
L'autorità ha fatto l'esempio di una situazione in cui le merci importate sono soggette a dazi doganali e i proprietari delle merci devono dichiararne il prezzo.
L'eventuale dazio da pagare si baserà quindi sul prezzo effettivo di acquisto dichiarato dal passeggero o dal viaggiatore.
Inoltre, tutti i passeggeri sono tenuti a dichiarare gli articoli specificati nel modulo di dichiarazione del passeggero (F88) prima dell'arrivo in Kenya e a presentarlo a un funzionario doganale al punto di ingresso.
I passeggeri, tuttavia, hanno il diritto di contestare il dazio doganale applicato e di chiedere spiegazioni al funzionario doganale incaricato.
"La scansione del bagaglio di un viaggiatore viene effettuata per garantire la correttezza delle dichiarazioni ai fini della tassazione e per escludere le merci proibite e soggette a restrizioni per la sicurezza di tutti i kenioti", si legge in parte nel comunicato.
"Gli articoli segnalati dopo il processo di prima linea a raggi X o di scansione non intrusiva saranno sottoposti a un'ispezione fisica da parte del funzionario doganale".
L'Autorità ha inoltre dichiarato di essere in procinto di aumentare l'uso della tecnologia per migliorare l'ispezione non intrusiva dei bagagli in tutti i punti di ingresso. 
In precedenza, i kenioti avevano espresso preoccupazione per le tasse imposte alle persone che arrivano nel Paese dall'estero, soprattutto all'aeroporto internazionale Jomo Kenyatta (JKIA).

TAGS: tasseturismoviaggiKraLenziMutua

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