AMBIENTE
13-08-2024 di Freddie del Curatolo
Aveva destato parecchio scalpore nell’opinione pubblica keniana e rabbia da parte degli ambientalisti di tutto il globo, la vicenda legata all’abbattimento e successiva esportazione di 8 baobab millenari dalla costa del Kenya allo stato est europeo della Georgia.
In effetti non occorre essere ambientalisti per rammaricarsi, basterebbe essere umani ed avere a cuore la terra e le sue risorse.
Quella dei baobab è una delle grandi battaglie che personalmente ho combattuto in tutti i modi e credo purtroppo di avere perso.
I baobab, appartenenti a terreni di privati o sotto l’egida di comunità locali, erano stati venduti ad un mediatore georgiano che rappresenta il primo ministro Bidzina Ivanishvili, come ha riportato l’emittente NTV. Secondo il georgiano, che si autodefiniva un esperto ed un ambientalista, non si trattava di un’azione illegale in quanto non solo aveva acquistato i baobab (per cifre irrisorie, circa 800 euro l’uno) ma aveva anche ottenuto le licenze di esportazione.
I giganteschi storici simboli dell’Africa e delle tradizioni ancestrali, sarebbero stati ripiantati in un giardino botanico nel parco pubblico della capitale Tiblisi.
Invece, come si poteva prevedere, tutti gli esemplari sono morti.
Secondo un comunicato del parco, apparso su un giornale georgiano, i baobab sarebbero morti nell’attesa che arrivasse il permesso di piantarli, bloccato da una battaglia definita “ideologica” che l’opposizione di governo ed alcune organizzazioni non governative avrebbero condotto.
"A causa delle loro false intercettazioni e delle loro denunce allarmistiche, il processo di trapianto delle piante, condotto nel pieno rispetto della legge, è stato significativamente ritardato".
E’ probabile che i “grandi vecchi” del Kenya non sarebbero sopravvissuti egualmente, ma le istituzioni se la prendono con “poteri occulti”.
A causa dei ritardi, gli alberi sradicati nel 2021 non hanno potuto raggiungere la Georgia fino all'ottobre 2023 a causa di ostacoli creati artificialmente. Solo l'8 novembre 2023 sono stati finalmente piantati nel suolo georgiano. Fino a quel momento, i "giganti" africani hanno dovuto rimanere sradicati per quasi due anni in condizioni ambientali del tutto inadatte, dove non hanno nemmeno ricevuto un'adeguata manutenzione. "Purtroppo lo stress ha avuto la meglio su queste piante uniche e dopo sei-sette mesi dall'impianto nel terreno in Georgia, tutti gli otto baobab sono spirati", si legge nel comunicato, in cui si precisa che in Georgia sopravviverebbero altri baobab importati e trapiantati in precedenza.
Gli ambientalisti del Kenya hanno esortato il nuovo ministro dell’Ambiente, Aden Duale, ad intervenire per evitare altri futuri scempi ai danni di questi alberi sacri, specialmente per l’etnia mijikenda della costa che li considerano dimore delle divinità, nella loro religione animista.
Al centro delle critiche per quanto è successo, l’avidità di certe persone e delle istituzioni corrotte, che hanno reso possibile alla luce del giorno un’operazione assurda.
"Ci sono cose che non dovremmo trasformare in denaro, altrimenti finiremo per vendere i nostri figli vivi perché hanno organi del corpo sani", ha detto il responsabile per la costa di “Nature Kenya”, Francis Kagema.
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