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Kenya scioccato dai crimini della 'setta dei digiuni'

Già 145 vittime, ma potrebbero essere più di 500

11-05-2023 di Freddie del Curatolo

Il Kenya è sempre più sconvolto dal caso dell’ormai tristemente nota “setta dei digiuni” di Shakaola, nell’entroterra costiero lungo la strada per il parco nazionale dello Tsavo Est,ad una settantina di chilometri da Malindi. 

Il fondatore di questo culto protestante “estremo”, il predicatore Paul Mackenzie Nthenge, è agli arresti nella stazione di polizia di Malindi e dovrà rispondere di omicidio ed altri reati collegati alla morte di almeno 145 suoi seguaci, ma la polizia ritiene che possano essere addirittura 579 le persone che hanno accolto il suo folle invito all’astinenza dal cibo “per poter incontrare Gesù in paradiso”. 

I corpi rinvenuti fino ad oggi, mentre le ricerche che erano state sospese per le piogge sono riprese nei giorni scorsi, erano seppelliti in fosse comuni e tra di loro ci sono molti bambini. Le autopsie sui corpi delle vittime hanno rivelato che quasi tutti sono deceduti per via della denutrizione ma alcuni di loro presentavano anche segni di strangolamento ed asfissia. Secondo quanto riferito dai media nazionali che hanno avuto accesso a documenti degli investigatori, ad altre vittime sarebbero stati anche asportati organi vitali, ma il ministro degli Interni Kithure Kindiki avrebbe smentito il rapporto della Direzione investigativa criminale, a quanto riferito dal quotidiano The Standard, mettendo in guardia l'opinione pubblica su una possibile "politicizzazione" delle indagini sul "massacro di Shakaola". 

Kindiki, ha parlato comunque di una vera e propria “organizzazione criminale”,  Il sedicente pastore, infatti, non avrebbe agito da solo: in cella con lui c’è anche la moglie, Rhoda Maweu, con altri 16 presunti complici. I misfatti cominciavano dal fatto che per vivere nel terreno di proprietà di Mackenzie a Shakaola, gli adepti lasciavano i loro beni materiali alla “Chiesa internazionale della buona novella” di Malindi ed acquistavano una porzione di foresta, dove avrebbero potuto pregare e praticare il digiuno imposto dal sedicente pastore. Tra i legami di Mackenzie ci sarebbe anche quello con un pastore molto più famoso e seguito di lui, Ezekiel Odera, fondatore di un’altra chiesa a Kilifi che ha creato, attraverso un suo canale televisivo, un impero visibile anche dalla strada che dal capoluogo della contea porta verso Mariakani. Una serie di palazzi con centro conferenze e ostelli che si propone come un polo religioso alternativo per un nuovo culto di massa legato al cristianesimo.

Anche Odera risulta tra gli indagati, pur essendo stato rilasciato su cauzione. I suoi conti bancari sono stati congelati e le indagini stanno verificando ipotizzati movimenti di denaro tra lui e Mackenzie. A parte la tragedia di decine e decine di morti indotte, di sepolture di massa e delitti di minori, l’allarme riguarda il proliferare di culti di affaristi senza scrupoli che attraverso l’approccio ingenuo della popolazione locale verso Dio e la religione, saccheggiano innocenti fino alle soluzioni più estreme. Su questo soprattutto il governo è chiamato a risposte concrete, oltre che a risolvere i misteri legati al “massacro di Shakaola”. Il Procuratore Generale Justin Muturi, ha in qualche maniera ammesso di essere impotente nel fermare le istituzioni religiose di culto che approfittano e predano i kenioti più vulnerabili. Come riporta Citizen Digital, Muturi ha dichiarato alla Commissione costituita ad hoc dal Senato per discutere del "culto di Shakaola", che il suo ufficio e soprattutto quello del registro delle società non hanno il potere di fermare le istituzioni religiose che violano la legge.

Così la "setta dei digiuni" proliferava indisturbata: le future vittime della lucida follia del predicatore arrivavano da ogni parte del paese, non solo da Malindi e dintorni, convinte dalle prediche su youtube di Mackenzie che, dopo aver condotto le sue preghiere in un edificio malindino, aveva chiuso la chiesa nel 2019 ed aveva trasferito tutto a Shakaola. Nelle sue prediche, che non erano passate inosservate ad associazioni per i diritti umani e società civile, ma erano state ignorate dalle istituzioni, il sedicente pastore convinceva anche i giovani ad abbandonare la scuola per unirsi ai suoi accoliti.

TAGS: cultosettavittimepredicatore

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