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Kenya: comunità italiana invita cittadini a vaccinarsi

Fondamentale per ripartire e salvare l'economia del turismo

11-08-2021 di redazione

Lunedì mattina nel reparto somministrazione vaccini dell’ospedale distrettuale di Malindi già alle 8 del mattino c’era una lunga coda di persone che attendevano di essere vaccinati con le nuove dosi di Oxford AstraZeneca arrivate nel Paese.
Molti giovani e soprattutto parecchi dipendenti di hotel, strutture di ospitality, ristoranti e anche case private di Malindi, Watamu e Mambrui.
Efficace in tal senso la campagna di sensibilizzazione messa in atto dalla comunità italiana.
Imprenditori e residenti, nel caldeggiare il vaccino (senza obbligare, naturalmente) sono stati innestati anche dalle nostre informazioni quotidiane, che mettono in risalto come il Kenya debba al più presto raggiungere un’alta percentuale di vaccinati per poter sperare di riaprire un corridoio per il turismo in modo da salvare la stagione invernale. Ma si cerca di tutelare soprattutto la salute dei cittadini, spesso inconsapevoli dell’importanza dell’immunizzazione perché (anche giustamente) presi da quelle che per un keniano di fascia medio-bassa appaiono come priorità, oltre che il loro salario e di conseguenza la possibilità di sfamare le proprie famiglie.
“Appena è stato aperto il processo vaccinale a tutti gli adulti – dice il proprietario del Jacaranda Resort e di altri due hotel di Watamu Pasquale Tiritò – ho subito invitato il mio staff a farsi inoculare la prima dose, per farci trovare pronti nel caso si potesse aprire un corridoio "covid free" come abbiamo da tempo chiesto, insieme ad altri operatori del settori e alla compagnia di charter Neos. Sarebbe auspicabile che i miei colleghi facessero altrettanto”.
Oltre a migliaia di lavoratori fissi nel turismo e nel suo indotto, vi sono infatti anche tanti impiegati stagionali attualmente a casa. Per loro presentarsi ad un colloquio e cercare un’assunzione senza essere stati vaccinati potrebbe costituire un handicap. Non si tratta di convinzioni mediche o di pregiudizi di sorta, semplicemente avere alle dipendenze una persona che potrebbe contrarre il Covid-19 significa mettere a repentaglio l’attività, con l’isolamento e la chiusura temporanea, e gli altri dipendenti.
“Io ho fatto presente al mio houseboy che la decisione finale sul vaccinarsi o meno spettava chiaramente a lui e che io non lo avrei licenziato se avesse deciso di non farlo – spiega G.M., pensionato italiano proprietario di un’abitazione a Malindi – in ogni caso però avrebbe dovuto sottoporsi al tampone ogni quindici giorni, a spese mie. Ha preferito vaccinarsi, si è presentato martedì mattina per la prima dose e in meno di un’ora aveva già fatto. A questo punto gli ho consigliato di procedere nella stessa maniera per tutelare la sua famiglia”.
A questo punto sarebbe importante che tutti i residenti o chiunque abbia una casa con persone locali alle proprie dipendenze si comportasse di conseguenza.
Avere più persone possibili vaccinate nelle destinazioni turistiche potrebbe affrettare le decisioni del Governo in merito alle mete “Covid Free” che potrebbero uscire dalla cosiddetta “Fascia E” delle nazioni in cui è vietato recarsi per turismo e per cui al ritorno è richiesta la quarantena.
Dal nostro appello (che puoi vedere cliccando qui) alle richieste di tour operator e imprenditori del settore turistico che operano e hanno investito in Kenya, all’interessamento della nostra Ambasciata e di alcuni parlamentari, la situazione ha fatto alcuni passi avanti. Intanto si è arrivati al riconoscimento dei vaccini per il Green Pass a chi li ha effettuati in Kenya e ora si sta discutendo dell’eventuale riduzione a 5 giorni o eliminazione della quarantena al ritorno, ma il vero obbiettivo è quello di dichiarare la costa del Kenya zona monitorata per il Covid-19, permettendo ai vaccinati di recarvisi per turismo e di tornare, con tampone negativo comunque, senza fare quarantena.
Alcune destinazioni, come Mar Rosso, Maldive, Mauritius e Repubblica Dominicana sembrano essere più avanti del Kenya, ma il tentativo è quello di allineare una delle mete turistiche più amate dagli italiani durante i mesi invernali con le altre.
Chi vive in Kenya e tiene alla situazione economica del settore turistico e di chi ci lavora, dopo l’annuncio delle vaccinazioni di massa, faccia quindi la sua parte invitando più persone possibili a vaccinarsi.

TAGS: vaccini kenyaitaliani kenyagreen pass kenya

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