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Kenya, dopo le proteste si pensa all'economia

Ruto annuncia tagli e prestiti, e un controllore esterno

06-07-2024 di Freddie del Curatolo

Dopo le proteste dei giovani ed il crescendo di violenza che quelli meno pacifici e più affamati hanno ingaggiato con le forze dell’ordine, il Kenya torna ad occuparsi della sua situazione economica. Il presidente William Ruto ieri ha fatto importanti annunci ai media nazionali: le priorità sono gestire l’aumento del debito pubblico (ormai sopra i 70 miliardi di euro, pari a circa il 70% del Prodotto Interno Lordo), tagliare la spesa pubblica a partire dal suo governo, e chiedere nuovi prestiti.
Il taglio del bilancio sarà di circa 1,2 miliardi di euro e la differenza per arrivare ai 2,5 miliardi che servono per gestire il prossimo anno fiscale e il cui introito sarebbe stato garantito dalle tasse contenute nella contestata finanziaria poi ritirata, verrà presa in prestito.
Per quanto riguarda il debito pubblico, Ruto ha annunciato la nomina di una Task Force indipendente, con a capo l’attivista dell’ordine degli avvocati, Faith Adhiambo, che era in piazza nella prima delle giornate di protesta a Nairobi. La Task Force, nelle parole di Ruto, avrà il compito di redigere una verifica dei dati di bilancio. "Questo audit fornirà al popolo keniota chiarezza sull'entità e la natura del debito, su come sono state spese le risorse pubbliche e raccomanderà proposte per gestire il nostro debito pubblico in modo sostenibile e con equità intergenerazionale", ha dichiarato il presidente.
Ruto ha promesso comunque di riuscire a procedere all'assunzione di insegnanti di scuola media e di medici specializzandi, di finanziare il programma di stabilizzazione del latte per gli allevatori, di rilanciare il programma stradale in stallo, di mantenere il programma di sovvenzioni per i fertilizzanti, di saldare i debiti con gli agricoltori e il coltivatori di caffè.
William Ruto ha anche annunciato "misure di austerità" riguardanti la gestione dello Stato, tra cui il dimezzamento del numero di consiglieri ministeriali e dei fondi stanziati per le ristrutturazioni nei ministeri, compresa la presidenza, e la fine dei fondi di bilancio destinati alla First Lady o alla moglie del vicepresidente. Ci sarà anche un rimpasto di governo, a partire da qualche ministero.
"Queste misure saranno seguite da cambiamenti nel governo" ha confermato Ruto, pur non fornendo particolari e facendo nomi.
Domani era prevista un’altra giornata di protesta, nell’occasione della data storica delle proteste contro il regime Moi, 34 anni fa. Vedremo, dopo queste dichiarazioni, come si evolverà la situazione. Ma un armistizio sembra la soluzione più logica per il Paese e la sua gente.

TAGS: economiadebitoprotestegiovani

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