OPINIONI
11-04-2009 di Fedele Turci L'Odoard
Devo ammettere che mi riconosco sempre più nella canzone di Giorgio Gaber "Io non mi sento italiano", soprattutto quando dice "...ma per fortuna o purtroppo lo sono". All'estero e in un Paese "al di sopra di ogni sospetto" come il Kenya, intendo dove per un motivo o per l'altro non è che ci sia una conoscenza particolare o un pregiudizio atavico nei confronti degli "spaghettipizzamafiamandolino" come, che so, in Germania, mi rendo conto che ci sono parecchi "per fortuna" e anche molti "purtroppo".
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01-04-2009 di redazione
Sole fino a Pasqua, poi le piogge sulla costa keniota.
Lo sperano turisti e albergatori, lo dicono i pescatori, lo prevedono gli stregoni dei villaggi e soprattutto lo confermano i metereologi e i siti internet specializzati: la stagione delle piogge dovrebbe arrivare subito dopo Pasqua. Insomma, l'augurio che ci si fa in questi giorni e quello di avere le ultime due settimane di turismo (ancora quattro charter a settimana vanno e vangono da Mombasa, fino al 18 aprile) regalando gli ultimi bagni in mare e l'ultima abbronzatura della stagione. Il monsone, vento portatore di pioggia, sta soffiando verso il Kenya ma il vento non è ancora "girato", così in questi giorni si assiste alle prime innaffiate all'alba, dettate però più dall'umidità crescente che dall'inizio della stagione pluviale. Così le spiagge sono ancora frequentate da turisti e residenti, lo staff dei villaggi inizia a rilassarsi e a prendere la tintarella e le piscine ospitano i loro proprietari in ammollo. Tutto questo, secondo i "maghi del tempo", dovrebbe durare ancora una decina di giorni almeno. Poi due o tre settimane di acqua a catinelle, una decina di giorni di sereno e a seguire, un mese almeno di precipitazioni e sollievo per agricoltura, animali e piante.(1/04/2009)