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VIAGGI

I problemi (risolvibili) prima della partenza per il Kenya

Dal visto online a salute e abitudini, le nostre info

30-06-2023 di Freddie del Curatolo

Si avvicina il tempo di partire in direzione Kenya, per centinaia di italiani che hanno scelto il paese africano e le sue meraviglie come destinazione per le ferie estive.
Oltre a sogni, desideri e aspettative (specie per chi non ci è mai stato) e nostalgia, bisogno fisico e certezze (per chi ne è abituale frequentatore) per i turisti c’è sempre qualche piccolo patema, qualche paletto e alcune “rotture”.

In realtà si tratta di situazioni assolutamente superabili, con un po’ di applicazione e di pazienza ma, si sa, la pazienza oggigiorno non viene più considerata una virtù.
Vediamo, in base alle indicazioni che ci arrivano dai nostri lettori e dai frequentatori dei nostri spazi social che raccolgono complessivamente oltre 40 mila “followers”, quali sono i problemi principali che si presentano durante l’organizzazione del viaggio e prima della partenza.

  1. VISTO ONLINE

Ormai chi è avvezzo a viaggiare, dopo il famoso 11 settembre, con l’avvento delle tecnologie ed infine dopo il colpo di grazia della pandemia, sa bene che per uscire dal proprio paese e soprattutto nel nostro caso dall’Unione Europea, bisogna munirsi di documenti telematici, spesso scaricabili online.
Se per recarsi in Kenya finalmente, dallo scorso maggio, non è più obbligatorio presentare prove di avvenute vaccinazioni Covid-19, resta obbligatoria la compilazione del visto turistico online (con pagamento andato a buon fine e ricezione del visto) dal sito evisa.go.ke. Si tratta dell’unico sito autorizzato ad emetterlo, e lo fa solo il lingua inglese, chiedendo un sacco di cose. La gente ci chiede “ma perché vogliono che venga caricata una fotografia, quando c’è già sul passaporto?”, oppure non capisce il perché della presentazione di una “lettera d’invito” da parte della struttura o delle persone da cui si alloggerà.
Tutte indicazioni che fanno parte del metodo globale (che inizia dal nostro telefonino e dai metodi di tracciamento delle multinazionali attraverso ogni canale in internet) di monitoraggio della persona.
Gli italiani, si sa, non hanno molta dimestichezza con l’inglese, quindi spesso si affidano ad agenzie di viaggio o siti stessi che compilano il visto al posto loro, chiedendo chiaramente commissioni che partono da 20 euro ma arrivano anche fino a 100. Poi molti si lamentano che “per venire in Kenya devo spendere 150 euro solo per il visto”.
In ogni caso, qualche problema si pone anche per chi è in grado di compilare il visto online, per via della non perfetta gestione del sito da parte del sistema telematico istituzionale keniota. Nella maggior parte dei casi, arriva la ricevuta di pagamento ma non il visto (in questo caso conviene partire ugualmente, le autorità conoscono questo inconveniente) oppure l’intero processo porta via più di 72 ore e sale il legittimo timore che il visto possa non giungere prima della partenza.
Nel 99% dei casi, è utile che lo sappiate, arriva il lieto fine. Abbiamo voluto la bicicletta globale, ora dobbiamo permettere anche ai bimbi (dell’era tecnologica e dei paesi in via di sviluppo) di togliere le rotelle e imparare a pedalare, dato che per certe cose (le lingue, sicuramente) sono più portati di noi.

  1. VACCINI

E’ fondamentale sapere che per venire in Kenya non è richiesto attualmente alcun vaccino. Come già detto qui sopra, né quello per il Covid-19, né da anni altro genere di puntura preventiva, come ad esempio quella contro la febbre gialla che invece viene chiesta nei paesi “vicini di casa” come Etiopia e Tanzania.
Capitolo malaria: c’è chi va in ansia perché vorrebbe difendersi dalla zanzara anofele, ma fortunatamente inizia a circolare voce che la profilassi è pratica decisamente antiquata, dannosa e abbastanza inefficace (cose che noi, grazie anche al nostro amico luminare Dott. Mauro Saio, tra i fautori delle nuove cure preventive contro la malaria, diciamo da anni). Purtroppo però, nella grande confusione sotto il cielo di internet, gira anche la voce che esista un vaccino per la malaria. Falso! Detto vaccino è ancora in via sperimentale, ed è stato testato solo sui bambini, anche nella regione del lago Vittoria in Kenya. Ma riguarderà chi vive in zone di vero pericolo, non i viaggiatori. Per loro, specie i più timorosi o molto avveduti, esiste una medicina da portarsi a casa al ritorno dalla vacanza. E’ a base di Artemisinina, basta chiedere al farmacista in Kenya e lo sa. Costa sui 20 euro e ovviamente in Italia non si trova. Altrimenti poi nessuno compra più il malarone e gli altri inutili farmaci per la profilassi.

  1. VALIGIA

“Posso portare questo? Posso portare quello?”
Il turista italiano, anche solo per una vacanza di dieci giorni, sembra non poter rinunciare ad alcune cose fondamentali che appartengono alla sua quotidianità. Oltre alle domande legittime sui medicinali (per quantitativi superiori al periodo di soggiorno, sempre meglio portarsi la ricetta, così come per psicofarmaci e dintorni, per il resto nessun problema) le richieste che ci arrivano riguardano soprattutto prodotti alimentari e utensili. Abbiamo già discusso di questo più volte sul nostro sito e sul canale Youtube di malindikenya.net potete trovare parecchi tutorial, compreso proprio “cosa (non) mettere in valigia”.
Esempio: vacanza di due settimane in un bed&breakfast? Due confezioni di caffè lavazza, non dieci. Due pacchi di pasta, non quindici. “Posso portare anche la moka?”. Sì, purchè non nuova e ancora inscatolata e questo vale anche per altri articoli per cui potrebbe scattare l’importazione, quindi la richiesta di ricevuta e il pagamento delle relative tasse. Ma, datemi retta, una vacanza in Kenya non potrebbe essere anche l’occasione per disintossicarsi (detox, come va di moda dire oggi) un po’ dalle abitudini? Tanto più che tra pesce, verdure, carne, frutta, riso basmati e pishori, legumi, polenta di mais, chapati, succhi di frutta tropicale e la mitica birra Tusker, per una decina di giorni e anche più, non manca proprio niente, e c’è anche il caffè (keniota) per la moka.

Non resta che partire o, per le ultime dritte, scriverci a info@malindikenya.net oppure formulare domande nel gruppo Facebook “Italiani in Kenya” o sul canale Youtube di malindikenya.net
KARIBU KENYA!

TAGS: viaggiopartenzaturismoinformazioniconsiglivistomalariavaligia

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