Le recenti restrizioni annunciate dal Governo keniano hanno ridotto, se non quasi azzerato, le aspettative del settore turistico del Paese in previsione delle vacanze di Pasqua, vissute come l’ultimo periodo per poter “fare cassa” prima del consueto letargo che coincide con la stagione delle piogge.
La chiusura dei confini della Contea di Nairobi e delle 4 contee attigue, Kiambu, Machakos, Nakuru e Kajiado, ha difatto avuto l’effetto immediato di sospendere tutti i voli, ufficialmente da oggi alle 12, che hanno Nairobi come base di partenza e di arrivo. Si tratta delle linee nazionali che dalla Capitale vanno e vengono su destinazioni come Mombasa, Malindi, Ukunda, Lamu, Kisumu ed Eldoret.
 “I voli nazionali continueranno ad operare fino a lunedì 29 marzo alle 12:00 – ha annunciato sabato  il direttore generale della Kenya Civil Aviation Authority, Gilbert Kibe - Le operazioni dei velivoli saranno consentite fino alla scadenza indicata e successivamente cesseranno qualsiasi movimento fino a data da destinarsi".
Salvi invece i safari: le compagnie che effettuano voli  con piccoli velivoli su rotte legate al turismo "wild" nei vari scali e “airstrip” nel Maasai Mara, oltre che nel Samburu e sul lago Turkana continueranno ad operare, quindi per chi arriva a Nairobi in questo periodo per vedere savana e animali i programmi non cambiano, effettuando trasferimenti in aereo. Non solo voli privati ma anche compagnie più grandi come Safarilink, specializzata in questo tipo di linee.
Dal canto loro le compagnie aeree che effettuano voli locali, tra cui Jambojet che fa parte di Kenya Airways, hanno dichiarato che chi aveva prenotato un biglietto aereo per rotte nazionali dopo il 29 marzo, e sono tanti quelli che lo hanno fatto, in vista delle ferie pasquali, potranno riutilizzare i biglietti nei prossimi 12 mesi dalla data di riapertura dei voli, senza costi aggiuntivi (e vorremmo pure vedere). Questo sembra sottointendere: niente rimborsi.
Per Safarilink l’uso dei biglietti sarà limitato a sei mesi, secondo quanto annunciato dalla compagnia al quotidiano Business Daily.
E’ l’ennesimo duro colpo per le compagnie nazionali, che stanno già vivendo un periodo di profonda crisi. Per via delle strade antiquate e delle scarse alternative di comunicazione via terra, i voli restano il modo più pratico per spostarsi nel Paese, soprattutto per motivi di lavoro e per turismo breve, ma anche fondamentali vie di collegamento per chi arriva dall’estero, dato che l’hub di Nairobi rappresenta l’ottanta per cento degli ingressi stranieri e che Mombasa, con la mancanza dei charter da un anno a questa parte e della compagnia Turkish Airlines, è scalo diretto ormai solo da altri Paesi africani, come l’Etiopia (da cui arrivano anche i turisti occidentali e orientali), il Ruanda e l’Uganda.
Da domani e per i giorni di vacanza di Pasqua, quindi, a Mombasa potranno arrivare turisti locali da Kisumu ed Eldoret (contee non interessate dal lockdown), africani da Entebbe e Kigali, oltre che europei ed asiatici via Addis Ababa.
“Per il turismo di Mombasa può essere un’alternativa, anche se disperata – spiega Roberto Marini, hotelier e attivo per il marketing turistico della Contea di Kilifi – ma per Malindi e Watamu, come per lo Tsavo, il problema aggiuntivo è rappresentato dalla mancanza di voli diretti che colleghino lo scalo di Malindi se non con altri Paesi africani vicini al Kenya, almeno con Kisumu che è un buon bacino di utenza e che in questo periodo poteva portare qualche turista in più su questa destinazione. Ci stiamo spendendo da tempo con le compagnie aeree nazionali per creare connessioni nuove che non solo offrirebbero una possibilità di guadagno in questo periodo di crisi, ma proporrebbero a molti turisti keniani una nuova comoda occasione di weekend o di festa”.
Non dimentichiamo infatti che, se la stagione si può considerare virtualmente chiusa, ci sarà ancora un piccolo “ponte”, quello dei 1 maggio che cade di giovedì. Ma per come stanno le cose, solo le località costiere vicine a Mombasa ne potrebbero approfittare.