Personaggi

GIOVANI ITALIANI

Vita con i masai alla ricerca del benessere

L'interessante progetto dello studioso Gianluca Di Rosario

09-09-2023 di Freddie del Curatolo

Cosa ci fa un neolaureato per giorni e giorni nel cuore del Kenya, a contatto con il popolo masai?
Lui si chiama Gianluca Di Rosario ed è un preparatore atletico laureato in scienze motorie con un master in salute e benessere all’università degli studi di Brescia. Nel 2016 aveva già avuto un approccio con gli altopiani della Rift Valley, partecipando all’evento “Discovery Kenya” di Gabriele Rosa, che per oltre 30 anni ha legato il suo nome alla preparazione e alla gestione di moltissimi campioni del mezzofondo keniano.

Ma è stato l’anno trascorso a New York, a unire i suoi studi, lo sport, il benessere con la passione per la cooperazione internazionale. Grazie ai rapporti con Mathew Komen, un keniano “in prestito” alla città di New York e ad Alfred Saigero, un medico masai di Nanyuki, è nato un progetto italo-keniano di cui Di Rosario è il coordinatore. Così per le sue ricerche, che hanno l’obbiettivo di stabilire nuovi metodi per preservare il proprio benessere psicofisico, basandosi su chi non lo fa per “sport”, ma per istinto di sopravvivenza, ha scelto un approccio diretto, interagendo con coloro che per necessità e tradizione, non sprecano risorse (non uccidono mai più animali del necessario, non arano più terra di quanto gli occorre), vivono di relazioni umane, occupandosi di ogni co-abitante del villaggio (non lasciando nessuno indietro), preservano la biodiversità, ovvero per loro la cura del creato.
E’ lo stesso giovane bresciano a parlare di questa avventura passional-professionale a malindikenya.net.

“E’ un progetto sugli stili di vita, la cui consapevolezza e cura sono fondamentali per il mantenimento della salute e per la prevenzione dei fattori di rischio delle patologie, per ridurre il costo sul sistema sanitario e nondimeno il nostro impatto ambientale – spiega lo studioso - quindi in un’ottica di sostenibilità individuale e collettiva, nella nostra concezione, non poteva che partire da quelle popolazioni che ancora per certi aspetti rappresentano lo stile di vita originario, la storia dell'umanità, l'uomo ancestrale, depositari di quella abilità naturale, di quella primitività dell'essenza umana - minacciata dalla globalizzazione - o civilizzazione, e nondimeno dal cambiamento climatico. L'essenza umana, una di quelle caratteristiche erose ed ormai quasi perdute, al quale provare a raggiungere, per immaginare nuovi modelli di sviluppo. E’ un progetto che nasce per osservare e comprendere come quell’insieme di comportamenti quotidiani legati al movimento, alle abitudini alimentari e sociali siano funzionali al benessere psicofisico ed alla qualità della vita, intende inoltre focalizzarsi sul continente con la popolazione più giovane ed in crescita, che realmente potrebbe tracciare i cammini futuri dell’umanità”. 

Il preparatore atletico si è calato nella realtà masai anche grazie ad un approccio d’incanto con l’Africa e la sua natura.
“Mi sono immerso nel cuore del Kenya, in un’atmosfera di pace incantata e splendore della natura, di asprezza della savana più estrema e lontana, e nostalgia, lontano da quei legacci, dai paletti e parametri che caratterizzano i luoghi (occidentali) dai quali proveniamo. Il metodo straniero doveva schiudersi, aprirsi, modellarsi ad una realtà non decodificabile, rimasta (pressochè) com'era, che ancor resiste alle influenze esterne” racconta Gianluca.

Così è nato un rapporto speciale con i masai che ha incontrato e di cui ha studiato la quotidianità, rilevando ciò che di salutare può esserci in comportamenti spontanei e urgenze di vita ripetute.
“La cosa più sorprendente è stato l'assistere al formarsi di una sintonia, di un'armonia, di animi e d'intenti: quando non ci vedevamo, durante la settimana (il momento della ricerca e del follow up cadeva ogni weekend) loro mancavano a me, e forse, più un illusione o un auspicio, anche io mancavo a loro” spiega il ricercatore. Nel corso delle settimane che ha trascorso tra Nairobi e Nanyuki, Di Rosario, prima di tornare in Italia dopo il periodo di studi in Kenya, ha potuto contribuire anche in senso pratico, con donazioni di apparecchiature di tipo sanitario e altri aiuti.
Sperando di farne convergere altri, tramite coinvolgimento di privati o di realtà del terzo settore.

Ora è pronto a tornare in Kenya per proseguire le sue ricerche e continuare ad “apprendere, imparare, conoscere, e spingersi verso una serie di domande, di interrogativi: siamo ancora in tempo, noi occidentali per primi, a capire come preservare la nostra salute, che dipende dalla salute del pianeta (l’inquinamento nei nostri mari, del suolo in cui cresce il cibo che mangiamo, gli animali che lo popolano, l’aria che respiriamo) , per la cui strenua difesa si battono proprio le popolazioni native (dai Masai agli indios, agli aborigeni)”.

Il suo obbiettivo, dopo aver studiato le abitudini di queste popolazioni che seguono ancora i dettami di tradizioni ancestrali è “creare un portale di comunicazione interculturale fra popoli attraverso gli stili di vita, per portare un messaggio di umanità che colleghi scienza e comunità, che ci concentri sui talenti, le aspirazioni e le potenzialità della popolazione africana, che superi l'approccio emergenziale, che possa provare almeno a sfiorare una verità fondamentale e dimenticata, e cioè che possiamo essere tutti partecipi delle gioie e che possiamo aiutarci a superare le sofferenze, che siamo tutti parte, insieme, di questo pianeta meraviglioso, tutti legati ad uno stesso destino, e che con l'aiuto reciproco, possiamo convincerci di essere ancora in tempo per salvare la terra. Riconoscere questa interconnessione ed impegnarci per preservare la fortuna e la bellezza che ci circonda. Riportando al centro del dialogo e dell'azione gli esclusi, coloro che sono ai margini, per immaginare un futuro diverso, più prospero, più inclusivo, non schiacciato dal degrado ambientale e dalle degenerazioni del nostro tempo, fra cui quella data dalle patologie (e come si osserva in Africa le patologie croniche sono un problema in deciso aumento, con le nefaste conseguenze sui bilanci familiari e statali)”.

Per farlo avrà bisogno di connessioni, di mettere in contatto tra loro altre realtà, sempre su quest’asse che sembra improbabile, ma che grazie alla sua giovane e pura volontà e alla sua visione, può diventare la sua forza: Brescia-New York-Nanyuki.

TAGS: laureatopreparatoremasaibenesserenanyukieldoretatletica

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