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Se Calvin Klein è 'Made in Kenya'

Un'azienda keniana produce grandi marchi

24-05-2023 di Freddie del Curatolo

Da tempo sosteniamo che le aziende occidentali che hanno aspirazioni di grande distribuzione dovrebbero sondare le possibilità di aprire stabilimenti in Kenya. Per questo ci spendiamo per convincere gli imprenditori italiani a fare un pensierino su questo paese e sondarne il mercato.
Benchè il governo si stia aprendo solo ultimamente ad accordare sgravi fiscali e dare assistenza burocratica a chi decide di investire nel paese, ci sono segnali che questa possa essere la stagione giusta, complice anche il bisogno del Kenya, che ha grandissimi margini di crescita, di uscire da una grave crisi economica.
Una delle testimonianze di queste opportunità è approdata, via social, alle cronache nazionali.
Un post della casa di moda americana Calvin Klein, che pubblicizzava una polo verde in cui appariva l’etichetta “Made in Kenya” è diventato virale in Africa.
Molti allo stesso tempo si sono chiesti: “ma veramente un marchio di grande qualità come Klein produce alcuni suoi capi in Kenya?”
Per adesso ci eravamo abituati al florilegio di marche contraffatte, di cui il Kenya è pieno, oppure a quel che si trova sui banchi dei “mitumba”, le bancarelle dell’usato che arriva in balle da una tonnellata dall’Europa. Allora sì che si possono trovare i boxer di Calvin Klein a 5 euro.
Invece ad Athi River c’è un’azienda originaria dello Sri Lanka, la cui apertura è stata favorita ed inaugurata dall’allora presidente Uhuru Kenyatta nel 2020, che produce indumenti per il conglomerato americano della moda Phillips-Van Heusen, che possiede marchi come Tommy Hilfiger e Calvin Klein, oltre alla popolarissima multinazionale dei jeans Levi's.
La “Mas Intimates” attualmente dà lavoro ad oltre 3000 keniani, ha immesso nell’economia del paese quasi 9 milioni di dollari e spedito capi di abbigliamento per un valore di oltre 24 milioni di dollari con l’etichetta “Made in Kenya". La presenza globale di Mas Intimates si estende su 17 Paesi. L'azienda esporta i suoi capi principalmente negli Stati Uniti e in Canada, oltre che in altre parti del mondo come Australia, Messico e Giappone.L’azienda fa parte delle aziende tessili della Zona Economica Speciale (EPZ) dell’hinterland di Nairobi che sono esentate dal pagamento delle tasse per i primi anni. La proprietà di Mas Intimates, che dispone anche di servizi di serigrafia e ricamo interni, ha dichiarato di voler aumentare il numero di dipendenti attuali a 7.000 entro il 2025.

TAGS: modamarchiaziendeinvestimentitessileathieconomia

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