AMBIENTE
12-08-2023 di Leni Frau
Il sogno della piccola Thea a Watamu è sempre più una realtà di tutti. “I do it for you” è il nome della fondazione da lei creata con l’aiuto dei genitori per ripulire le spiagge della rinomata destinazione turistica keniota dalla plastica e dagli altri rifiuti che arrivano dal mare e dare il buon esempio anche ai turisti e alla popolazione locale, oltre che salvare la vita di molte specie marine.
A poche settimane dal suo lancio, a cui abbiamo dedicato un bel servizio sul posto (clicca qui per leggere il precedente articolo), l’iniziativa coordinata dal padre dell’intraprendente ragazzina di 10 anni, l’imprenditore dell’hospitality Giuseppe Bonasera, proprietario del resort Barracuda, attualmente in ristrutturazione, e gestore del Bravo Club nella Jacaranda Bay, si sta amplificando e ha attecchito anche in altre spiagge.
Inizialmente era solo lo staff del resort ad essere coinvolto nella pulizia quotidiana e, sotto la spinta di Thea e del team di Bonasera, si univano anche i turisti. Ora la fondazione, data la mole di lavoro e la partecipazione di altri villaggi, è riuscita ad assumere altre sei persone per le operazioni di pulizia e viaggia al ritmo di 30 sacchi di rifiuti al giorno. L’obbiettivo è arrivare presto a poter pagare almeno 20 operatori, creando quindi anche posti di lavoro.
Non solo, Bonasera ha creato anche Kristal, un’azienda che produce chimica per hotel e linee dedicate, riciclabili e anche con varie essenze che, mescolate secondo i gusti del cliente, possono creare il bouquet esclusivo per ogni struttura. Buona parte dei proventi della vendita di questi prodotti viene utilizzata per i sacchi per la raccolta della plastica.
Si innescherà così un circolo virtuoso basato non solo sulla pulizia di Watamu, ma sul riciclo, compresi anche i contenitori per la raccolta e il loro riutilizzo. “L’entusiasmo di Thea è stato contagioso – spiega l’imprenditore romano e padre della fondatrice di “I do it for you” -, ora sta nascendo una realtà che non solo può migliorare Watamu ma può creare un’unione di intenti tra strutture turistiche che naviga nella stessa direzione, quella della tutela dell’ambiente e di un turismo consapevole, per attirare ancora più innamorati dell’Africa e della sua bellezza”.
Per questo è lusinghiera la partecipazione anche di altre strutture e la possibilità di espandere ancora l’attività e raggiungere accordi con chi si occupa di riciclare la plastica, oltre a pensare di acquistare macchinari per pressarla e triturarla.
“L’iniziativa nata da mia figlia non vuole essere qualcosa di isolato per metterci in mostra o dare un valore aggiunto alle nostre attività – spiega Bonasera – ma un modo perché “tutti lo facciano per gli altri” e per Watamu. Chiunque è il benvenuto, l’obbiettivo è avere spiagge e oceano puliti e vivibili”.
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