Tra i vari aumenti (e le poche diminuzioni, come nel caso dei visti d’ingresso nel paese) che attendono chi vive e frequenta il Kenya nel 2024, uno dei più significativi riguarda le tariffe d’ingresso nei parchi e nelle riserve naturali del paese.

I cosiddetti Safari rappresentano senza dubbio l’attrazione internazionale numero uno del Kenya e dal “prezzo del biglietto” per assistere al grande spettacolo del Regno degli animali, dipende (o dovrebbe dipendere) la conservazione della savana, attraverso gli sforzi dell’ente governativo KWS (Kenya Wildlife Service). Ci eravamo già occupati degli aumenti per il Maasai Mara, la riserva che però non fa parte del tariffario KWS, perché gestita direttamente dalla contea di Narok e dalle stesse comunità maasai.

Venendo ai parchi nazionali, il KWS recentemente aveva informato che dal 1 gennaio le tariffe sarebbero aumentate e, nonostante l’opposizione delle varie associazioni di categoria del turismo, il nuovo preziario è definitivo e prevede addirittura tariffe raddoppiate se non triplicate, rispetto a quelle attuali, considerato anche che gli aumenti per turisti e residenti sono calcolati in dollari, e con l’attuale svalutazione dello scellino, per chi (proprio come i residenti) ragiona e guadagna in moneta locale, l’aumento è ancor più sensibile.

Ma il salasso è anche per gli stessi cittadini keniani e della comunità dell’Est Africa, che pagheranno circa 2000 scellini per entrare, quintuplicando di fatto il prezzo del ticket precedente, con significativi aumenti anche per l’ingresso del loro veicolo. Questo significa che un driver con il suo fuoristrada, ad esempio, dovrà sostenere spese di gran lunga superiori alle precedenti, che andranno a gravare sul “pacchetto” safari proposto ai suoi clienti.

Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia per i turisti: per entrare allo Tsavo Est e Ovest, un turista pagherà il 20% rispetto al 2023, ovvero 100 dollari, che al cambio attuale sono 16 mila scellini, quindi quasi il doppio rispetto a gennaio 2023, quando il dollaro valeva il 30% in meno di adesso.
Mentre un residente vedrà un innalzamento dei costi ancor più vertiginoso: da 800 scellini a 50 dollari! Ovvero al cambio attuale 8500 scellini, più o meno quanto pagava un turista un anno fa. Questo appare ancora più assurdo, specie per tutti i professionisti residenti che organizzano safari di qualità o su misura, oltre che sicuri e superprofessionali.

Le stesse tariffe si ritrovano nel parco dell’Amboseli, Lake Nakuru e quello che è ancora più incredibile, al Nairobi National Park, dove spesso i turisti di passaggio a Nairobi e diretti verso altre destinazioni, approfittano di questa grande, unica risorsa di una riserva naturale in città con animali in libertà, per trascorrervi qualche ora. Da gennaio, con il costo raddoppiato dell’ingresso, quello decuplicato di accompagnatore e veicolo, chiunque ci penserà due volte.

In conclusione, viene da chiedersi se l’aumento è davvero l’unica soluzione per preservare i parchi nazionali del Kenya. Il KWS ovviamente ha dichiarato che le entrate supplementari serviranno proprio per migliorare la sicurezza e preservare la bellezza della savana, ed alcuni ambientalisti ritengono che alzare i prezzi e diminuendo il fenomeno dei parchi affollati (specie proprio il Nairobi National Park) di turisti anche locali, da pic nic che inquinano e non rispettano le regole, si guadagnerà in esclusività.

Sicuramente ne guadagneranno le riserve private, che una volta apparivano come “salotti d’elite” e che diventeranno più competitive.
In ogni caso, tempi duri per chi lavora nei safari, non sarà facile far capire ai clienti che quel che pagavano fino a quest’anno è un miraggio e che i prezzi sono praticamente raddoppiati. Anche perché alle tariffe d’ingresso, dobbiamo aggiungere l’aumento consistente del carburante, e quello in generale del costo della vita.