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L'isola di Mfangano e la sua misteriosa arte rupestre

L'isola del lago Vittoria è un importante sito archeologico

13-03-2024 di Leni Frau

L’isola di Mfangano, una delle poche del bacino del Lago Vittoria ad appartenere al Kenya, ospita uno dei siti archeologici più importanti ed antichi dell’Africa Orientale, definita dai ricercatori internazionali come la prima forma di espressione e immaginazione umana nella regione ed anche un nesso tra cultura e natura.
Le sue iscrizioni d’arte rupestre sembrano risalire a circa 4 mila anni fa ed appartenere ad uno dei primi insediamenti di cacciatori e raccoglitori che hanno preceduto l’arrivo dei Bantù nella regione del grande lago africano che, con un volume di 70 mila chilometri quadrati è il secondo specchio d’acqua dolce più grande del pianeta.

I graffiti rupestri dell'isola di Mfangano si trovano in due siti principali: in una grotta vicino al mare, nota come Mawanga, e in un rifugio roccioso più all'interno, chiamato Kwitone.
La cultura ormai scomparsa dell’isola, un’etnia simile a quella dei pigmei Tuwa originari delle foreste del Congo, ha vissuto in quelle zone sicuramente fino a circa 2 mila anni fa e ha lasciato segni indelebili del suo passaggio.
Specialmente sono stati studiati i cerchi concentrici di colore rosso, bianco e nero, scolpiti sulle rocce di Mawanga, che secondo i ricercatori rappresentano simboli sciamanici di regni soprannaturali. Graffiti e segni simili sono stati trovati in Mozambico e lungo il corso del fiume Zambesi, fino all’Angola.

Sull'isola di Mfangano esistono in totale 36 diversi spazi sacri. Di questi, 19 sono ancora intatti e possono essere visitati. Qui vi sono nicchie utilizzate per riti sacri, offerte agli antenati e per contenere acqua e cibo.
Gli abitanti attuali dell’isola, i Suba di etnia bantù, continuano a venerare questi simboli, a dimostrazione della continuità culturale che è presente anche nell’altra isola keniota, Rusinga, nota per aver dato i natali ad uno dei padri della patria, Tom Mboya. Tuttavia, il significato e lo scopo originario per gli antenati della popolazione autoctona dell’isola, i Tuwa, sono avvolti nel mistero, anche se i custodi del sito con le iscrizioni rupestri, chiamati Wasamo e detti “fabbricanti di pioggia”, lo utilizzano ancora per riti legati al clima.  I Wasamo sono anche i tradizionali saggi dell'isola di Nzenze, un luogo sacro situato proprio di fronte alla Grotta, che ritengono sia stata "sempre fertile".  Qui si praticavano importanti coltivazioni, probabilmente di sorgo e, più tardi, di mais.

Salendo lungo un percorso abbastanza impegnativo, dal sito archeologico si arriva a Kwitone, un luogo ancora più protetto, con importanti rilevanze archeologiche, gestito dal clan Wagimbe che tramanda il fatto che ha creare quelle iscrizioni rupestri siano state le donne. Vi sono anche delle cupole circolari, con altri graffiti, che si pensa fossero utilizzate per giochi tradizionali, come quello del bao.
La leggenda narra che circa 300 anni fa, durante una faida tra i Wasamo e i Wagimbe, questi ultimi si rifugiarono nella grotta. Le donne si travestirono da uomini e si posizionarono tutte all'imboccatura della grotta nel tentativo di intimidire gli attaccanti Wasamo, facendo credere loro di avere un numero di soldati doppio rispetto a quello reale. Ancora oggi, i Wagimbe visitano la grotta per ringraziare e invocare gli antenati per il successo nelle loro varie imprese.
A partire dal 1800 nell’isola sono arrivati i pescatori Luo e piano piano le tradizioni Suba si sono andate affievolendo, con matrimoni misti. Così anche il dialetto, molto diverso da quello Luo, si sta perdendo, anche se permangono alcune feste tradizionali e un festival della cultura Suba, a dicembre, che ora si vorrebbe ravvivare.

Mfangano Island dista poco meno di mezzo chilometro dalle rive del lago Vittoria ed è anche un luogo turistico con diverse strutture ricettive, anche di discreto livello. Quindi alla vacanza culturale si può tranquillamente anche abbinare il relax, facendo attenzione però alle stagioni e al clima di una zona particolarmente umida e piovosa, evitando i mesi di ottobre e novembre e la stagione da marzo a luglio.

TAGS: mfanganolago Vittoriaarcheologiabantùrupestre

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